Non era una partita banale per Fabio Caserta. Il tecnico del Bari sapeva perfettamente a cosa andava incontro. La posta in palio era altissima per il suo futuro sulla panchina biancorossa. Il nervosismo era palpabile cosi come la voglia di portare a casa il risultato pieno per spegnere voci, illazioni e polemiche sul suo conto. Sin dalle prime battute del match, Caserta ha evidenziato tutta la sua tensione, sollecitando spesso i suoi calciatori alla massima concentrazione e alla precisa posizione in campo da mantenere. Ha cercato di guidare i suoi come un vero direttore d'orchestra. La scelta di tornare al 4-3-3 è sembrata la classica comfort zone da cui ripartire. Non era tempo di esperimenti ma di tornare a quelle certezze su cui si è lavorato sin dai primi tempi del ritiro. Ha incuriosito la fiducia ritrovata in Antonucci e Rao, titolari dal primo minuto cosi come la scelta di Gytkjaer titolare al posto di Moncini che è partito dalla panchina. Non sempre, però, le cose sono andate come voleva Caserta.

Nel primo tempo ha subito capito le difficoltà della squadra, spesso rimanendo contrariato per alcuni movimenti sbagliati e per una manovra che stentava a decollare. La mancanza di tranquillità era evidente in campo cosi come la sensazione di un pallone che scottasse sui piedi dei calciatori, evidenziando imbarazzo e concreta tensione per tutte le fasi della sfida contro il Padova. Le scelte di Rao e Gytkjaer sono sembrate del tutto insufficienti, constatando la scarsa condizione atletica dimostrata per tutto l'arco dei minuti giocati. Per Antonucci buoni sprazzi di pericolosità ma grandissima discontinuità all'interno della partita. Nel secondo tempo si sono consumate tutte le emozioni. Negative e positive. Dal totale scoramento mista a rassegnazione nel momento del vantaggio del Padova, sino alla grande gioia liberatrice quando Cerri ha gonfiato la rete di testa, finalizzando un perfetto cross di Dorvàl. Il momento più emozionante di tutta la partita. Forse più del rigore realizzato da Moncini e la conseguente espulsione di Capelli. Da notare. Cerri, Dorvàl e Moncini. Le sostituzioni messe in atto da Caserta che hanno cambiato radicalmente la partita. Negli episodi decisivi fino alla vittoria finale ottenuta con grande sofferenza. Su un punto è stato evidente l'atteggiamento di Caserta. Subito dopo il gol di Moncini, qualcosa è scattato. 

Li il tecnico biancorosso non è stato un momento fermo. Ha capito che si poteva osare pur non vedendo il Bari migliore di sempre. Ha intuito che si potesse portare a casa in maniera un po' "sporca" la partita, cercando in mille modi di sbloccare la contesa. La sua elettricità in panchina ha contagiato i calciatori in campo e, con ogni probabilità, ha dato quella scintilla giusta per non accontentarsi del pari ottenuto ma per andare oltre. Con tanta fatica e con un pizzico di fortuna sugli episodi, il Bari è riuscito ad ottenere i primi tre punti della stagione. A fine partita abbracci in panchina con quella impressione di aver aggirato il pericolo del probabile esonero con la possibilità ora di lavorare per due settimane senza l'assillo della vittoria e, si spera, nella maggior tranquillità possibile. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 05 ottobre 2025 alle 14:30
Autore: Maurizio Calò
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