Terzo posto in classifica, zero sconfitte e tanti spunti positivi in questo avvio di stagione dei galletti. Polito e Mignani in tandem hanno costruito una squadra rognosa e audace, capace finora di non soccombere davanti a nessuno e dare del filo da torcere a tutti.

Tra i protagonisti di questo super avvio di stagione del Bari non può mancare Mattia Maita Un'ascesa senza limiti quella del centrocampista messinese, capace di stupire addetti ai lavori e avversari, ma non chi ha imparato a conoscerlo fin dal suo arrivo nel capoluogo pugliese nel lontano gennaio 2020. Una crescita esponenziale avvenuta mese per mese e giorno per giorno, che ha portato in dote quasi cento presenze con i biancorossi (91 le attuali) e l'impegnativo appellativo di capitan futuro.

Maita è saggezza e istinto allo stesso tempo, fuoco e acqua di un reparto (e una squadra) in cui è colonna portante e baluardo di integrità. Mignani lo ha sempre utilizzato anche quando era a mezzo servizio, vedasi la gara col Cagliari. La risposta è stata nell'assist delizioso servito a Cheddira, abile poi nel siglare la rete del vantaggio. Un cioccolatino solo da scartare, simile a quello che aveva portato Folorunsho ad andare a rete nella gara di Perugia. Sono due i passaggi vincenti finora, in una classifica che vede in vetta il suo idolo Franco Vazquez.

Nel mezzo tante giocate vincenti e intelligenti, palloni recuperati, carezze ai suoi colleghi più giovani e una personalità fuori dal comune per chi ha il sangue ormai biancorosso. Il tallone d’Achille è sempre quel rapporto un po' problematico con il gol. Segnasse tutto quello che concretizza, Maita sarebbe oggi nella massima serie italiana. A 28 anni è invece alla prima esperienza in cadetteria e c'è da chiedersi il perché. Ognuno ha ciò che si merita ha più volte risposto lo stesso Maita. Un giocatore dalle sue qualità fisiche e morali è adesso nel posto giusto al momento giusto, per buona pace di tutti i sostenitori del galletto.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 23 settembre 2022 alle 07:55
Autore: Claudio Mele
vedi letture
Print