2 maggio 2002. Nel Bari di Attilio Perotti, entra a circa venti minuti dalla fine Alessandro Armenise. Ai nostri microfoni, l'ex difensore ricorda la sua esperienza qui in Puglia: "Un sogno. Essere figlio di un papà importante (Michele, ndr) e giocare nella squadra della sua città è sempre una soddisfazione. Dopo aver disputato le partite finali con la Primavera, mi dissero che sarei dovuto andare in ritiro con i grandi, cominciare quel match con la Ternana a caccia di punti salvezza in panchina e poi esordire. Avevo già fatto qualche allenamento con la prima squadra, ma quel subentro fu bellissimo e inaspettato".

Qualche compagno è certamente rimasto nel cuore..."Colui che si comportava benissimo con noi giovani e con cui ho condiviso la stanza è Rachid Neqrouz. Anche Massarelli, Gillet e Spinesi erano delle persone fantastiche".

Della sua soddisfacente carriera, Alessandro ci rivela gli alti e i bassi: "A gennaio, mi ruppi il crociato nell'ultima partita giocata con l'Andria, quando sembrava potessi tornare a Bari durante il calciomercato. Mi ritrovo comunque con qualche presenza in Nazionale, aver ottenuto due promozioni dalla C alla B, vincendo due campionati, ho sfiorato la Serie A ai playoff. Questo forse il mio rammarico: non aver giocato in massima serie. Ma altri rimpianti non ce ne sono".

Nel recente passato (e in futuro) qualche esperienza da mister. Ora, padre impegnato: "Ho allenato la Pro Calcio e i ragazzi del Levante Azzurro. Mi piacerebbe continuare, ma per quest'anno ho scelto di dedicarmi a mio figlio, ai suoi allenamenti e alla mia tranquillità".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 07 ottobre 2025 alle 07:00
Autore: Piervito Perta
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