Nel 2024 sembra sempre più difficile distinguere tra media sportivi e il mondo delle scommesse. In Italia, la questione muove cifre che fanno girare la testa e finisce per incidere su abitudini, modi di parlare, e persino sulle regole stesse del gioco. Al di là di ciò che si vede in superficie, sponsor, partner commerciali e pubbliche relazioni creano una rete sotterranea che infila il gioco d’azzardo praticamente ovunque: durante una partita, in trasmissione, addirittura fra un intervallo pubblicitario e l’altro.
A volte ci si domanda se ormai il calcio esista senza la quota live. Soprattutto i più giovani, va detto, entrano subito in contatto con piattaforme di scommesse, siti di casino e app sempre pronte sullo smartphone. Se vogliamo dar credito ai dati Eurispes, circa il 75% delle puntate sportive ruota sempre attorno al calcio, anche se – è evidente – ormai il gioco si insinua ben oltre il campo e invade il tifo, la cultura popolare, il business, per arrivare fino alla questione della responsabilità sociale.
Sponsorizzazioni e influenza sullo sport
Pare che quasi due terzi dei club pro europei siano, più che mai, coinvolti in partnership con aziende di betting. Una recente indagine di IrpiMedia parla chiaro: su 442 club tra UE e Regno Unito, ben 296 sfoggiano loghi e marchi di operatori del gioco su maglie, materiali vari, insomma un po’ dappertutto. Serie A inclusa, naturalmente. Ma queste alleanze non sono soltanto numeri: finiscono per alterare il modo in cui ci si rapporta allo sport, con il messaggio della scommessa che entra nello stadio e negli schermi in modo quasi ininterrotto e spesso senza grande trasparenza.
I dettagli precisi dei contratti? Qualcosa che resta dietro le quinte. Così, l’investimento delle aziende non si limita alla maglia: calendari, cartelloni, programmi TV, perfino le trasferte dei tifosi. Difficile ignorarne la presenza. I club, da parte loro, guadagnano, ma non tutti sono convinti che questo sia indolore per la cultura sportiva. Il dibattito, anzi, è tutt’altro che chiuso.
Il boom tecnologico e l’ondata digitale
Negli ultimi cinque anni, scommesse sportive e gioco online hanno superato la soglia dei 157 miliardi di euro, facendo del settore uno dei più dinamici in Italia (fonte: Linkiesta, 2024). Il ruolo di piattaforme di scommesse, siti di casino online e app dedicate si conferma cruciale: l’accessibilità via smartphone e la digitalizzazione hanno trasformato ogni partita in un’occasione di puntata. Intanto nuove tecnologie continuano ad alimentare una crescita che a tratti sembra sfuggire di mano: scommesse live, quote che si aggiornano al minuto, possibilità di puntare su singoli episodi, talvolta proprio mentre accadono in campo.
L’esperienza, a chi piace, è probabilmente quanto di più coinvolgente ci sia mai stato. E non finisce qui: in parallelo, i tornei di e-sports stanno diventando il nuovo terreno di conquista per molti operatori, creando opportunità e target del tutto inediti. I bookmaker stanno spingendo ancora: ora si trovano funzioni di streaming, statistiche in tempo reale, insomma, strumenti che catturano l’attenzione istantaneamente. Pare che il settore punti a una crescita del 10% annuo almeno fino al 2030, e se ne parla come una sinergia ormai quasi inevitabile tra media sportivi e gioco d’azzardo.
Profilo degli utenti e fenomeni emergenti
C’è un dato che colpisce subito: il centro della scena, nelle scommesse online, sembra occupato ormai dai più giovani. Oggi, secondo Codacons Lombardia, quasi la metà (il 42%) degli utenti italiani attivi ha fra i 18 e i 30 anni. La tendenza, del resto, è globale: la facilità d’accesso e il fenomeno social contano moltissimo. Di solito si piazzano le scommesse in due momenti chiave: appena prima che l’evento inizi oppure nei primissimi minuti di gioco.
Il calcio domina ancora la scena, raccogliendo circa tre quarti di tutte le giocate italiane. Tuttavia, l’offerta si sta ampliando: basket, tennis, ma anche festival musicali e reality show ora vanno per la maggiore. L’algoritmo delle piattaforme? Premia chi non stacca mai gli occhi dallo schermo. Alcune ricerche suggeriscono che proprio questa combinazione – esposizione costante e interattività – rischia di rendere assuefatti e, per molti, alza notevolmente la possibilità di perdere il controllo, specie fra i più giovani e digitalizzati.
Criticità, rischi e prospettive
L’intreccio di messaggi sportivi e promozione del gioco d’azzardo, almeno a giudicare dai segnali, tende a rendere le scommesse quasi una prassi normale. Spot, maglie con logo, banner, articoli dedicati: tutto finisce per proporre il betting come parte naturale dell’esperienza sportiva. Nel frattempo, l’esposizione quotidiana – in modo particolare sui più giovani – porta con sé rischi di cui si parla da tempo. Stando ai dati di Sequestoèungioco.org, nel 2024 i meccanismi delle piattaforme di betting ricordano la dinamica delle slot machine, aumentando la possibilità di sviluppare dipendenza.
La regolamentazione, qui, mostra qualche fatica: non è semplice reggere il passo di operatori globali e piattaforme illegali che si muovono fra anonimato e assenza di veri paletti normativi. Le istituzioni tentano di potenziare i controlli, si impegnano in campagne di informazione, ma, onestamente, il business avanza a ritmi serrati.
Nel frattempo streaming e media sportivi spingono su funzionalità sempre più rapide di scommessa, rendendo tutto ancora più coinvolgente. È una corsa in cui la politica, e anche la società civile, si trovano costantemente a inseguire l’equilibrio tra profitto e tutela.
Un equilibrio necessario e il ruolo del gioco responsabile
Difficile immaginare, oggi, che il rapporto tra media sportivi e scommesse online vada a rallentare: investimenti e nuove tecnologie sembrano anzi rafforzare il trend. Ciononostante, crescono anche i punti deboli. Servono regole più precise, iniziative forti di sensibilizzazione, strumenti veri soprattutto per proteggere chi è più esposto. Sembra banale dire che puntare in modo responsabile sia importante, ma in realtà rappresenta qualcosa di ben più concreto: è una necessità.
Sport, informazione, intrattenimento possono ancora avere valore solo se esistono strumenti efficaci per tenere sotto controllo gli eccessi del gioco online. Da qui in avanti, trovare un punto di equilibrio – che non è semplice, forse non lo sarà mai del tutto – rappresenta una delle sfide più urgenti che l’Italia si trova ad affrontare.
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