Francesco Pisicchio, di ruolo attaccante, ed all’occorrenza trequartista, ha scritto una pagina di storia del Bari, protagonista in biancorosso della stagione in B nel 1988-’89. Nato il 13 luglio 1970 a Lavello, in Basilicata, il calciatore si fece notare, in D, nel Cerignola, venendo poi prelevato dai galletti nell’estate del 1988.

Il mister del club allora dei Matarrese, Gaetano Salvemini, nonostante la giovane età del ragazzo, gli diede una buona dose di fiducia, schierandolo in quell’annata per 8 volte in campionato, ed in 4 match di Coppa Italia. In quella stagione trionfale, conclusa con il Bari promosso in A da secondo in classifica, Pisicchio diede così il suo contributo, per finire l’anno dopo in prestito al Cagliari, conseguendo in Sardegna la seconda promozione consecutiva dai cadetti alla massima serie. Curiosamente, il tecnico dei sardi era allora, come oggi, Claudio Ranieri.

Nell’estate del 1990, il rientro nel capoluogo pugliese. Giusto il tempo di assaggiare la A con i galletti senza giocare (era in panchina, il 28 ottobre di quell'anno all’Olimpico di Roma, in un Lazio-Bari terminato 1-1 con rete di Raducioiu per i pugliesi e pareggio capitolino siglato da Ruben Sosa), per poi spostarsi alla Salernitana. In Campania, in quel campionato arrivarono 2 reti in 17 presenze in B, le uniche segnature della punta in cadetteria, contro Triestina e Padova.

Seguiranno le esperienze a Taranto, con tanto di salvezza in B, Siena in C1 e Bisceglie in C2. Proprio mentre Pisicchio vestiva la maglia di quest’ultima compagine, il 2 gennaio 1994, ebbe luogo l’incidente stradale che gli tolse la vita, provocando altre due vittime, a soli 23 anni. Un talento sfortunato, al quale ancora oggi è dedicato lo stadio di Lavello, suo paese natale.      

Sezione: Amarcord / Data: Gio 05 gennaio 2023 alle 23:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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