Il talento puro di alcuni giocatori che hanno militato a Bari nella storia calcistica biancorossa resterà sempre impresso nelle menti dei tifosi baresi. Tra questi, uno dei numeri 10 più forti avuti dal Bari è sicuramente Pietro Maiellaro. Nonostante abbia girato diverse piazze italiane durante la sua carriera, resta tutt’oggi emotivamente ancorato al Bari, tanto da esserne un tifoso appassionato che segue molto le vicende della squadra. Proprio per questo, in esclusiva ai nostri microfoni, è intervenuto per parlare delle chance del Bari ai playoff, competizione che sarà inevitabilmente diversa considerando il vantaggio di chi avrà già giocato altre partite: “Il fatto che il Bari abbia finito il campionato così in classifica non ce lo aspettavamo, pensavamo avrebbe vinto direttamente. Adesso che deve fare i playoff la condizione sarà particolare, è ovvio che sarà avvantaggiato chi avrà giocato qualche partita in più. Però il Bari almeno sulla carta dovrebbe essere superiore. Il fatto che si debba giocare in casa è fondamentale; con la speranza che possano subentrare i tifosi e che la Lega o Emiliano o non so chi possano dare il benestare per far venire la gente, che sarebbe un aiuto mentale. La prima gara sarà difficile a livello di tenuta, ma se dovesse riuscire nell’impresa di passare il primo turno lì le cose si metterebbero molto meglio per noi. Guarderò bene le squadre, però una volta che sono passate, tutto può succedere. Il Bari deve temere più loro stessi che le altre compagini. Ci vuole rispetto per loro come in tutto nel calcio, ma non bisogna avere paura di nessuno. La società è di livello superiore, questo è sicuro, ora bisogna vedere se anche i calciatori saranno all’altezza”.
Su possibili outsider con giocatori giovani che potrebbero essere rivelazioni dei playoff: “Lì il discorso è un altro. Ci sono squadre che sulle ali dell’entusiasmo, dopo aver sempre inseguito in campionato, potrebbero arrivare alle finali stando bene fisicamente e mentalmente. Quest’anno con la sospensione però sarà diverso”.
Sulle parole dette ai nostri microfoni qualche mese fa circa la riconferma di Cornacchini e il lavoro di Vivarini, Maiellaro ha provato a ipotizzare cosa sarebbe potuto succedere se il tecnico abruzzese fosse stato sulla panchina del Bari fin dall’inizio: “Non sono un mago. Però, facendo l'allenatore di mestiere, qualcosa riesco a intuirla. Non ho nulla contro Cornacchini. Lui ha avuto una grande chance, e ha vinto un campionato. Ormai la sua carriera era lanciata. Il Bari non è una squadretta, ha una storia importante e 30 anni di Serie A alle spalle, non è semplice allenarlo. Poteva continuare la sua carriera da un’altra parte e andare a giocare la C altrove. Il Bari aveva bisogno di altro, e quelle 5-6 partite sono state determinanti. Io la C l’ho vinta due volte e posso dire che se parti bene con la squadra costruita per vincere, al 90% il campionato lo vinci. Vivarini? Ha dimostrato che può essere all’altezza, lui è riuscito a fare bene e raggiungere il record d’imbattibilità, anche se con tanti pareggi. Speriamo che centri l’obiettivo più importante”.
Chiosa finale sul Palermo, sua ex squadra promossa in Serie C, e sul livello di competitività del girone C dell’anno prossimo se il Bari non dovesse raggiungere la promozione: “Sono blasoni diversi. Il campionato diventerebbe più competitivo, sarebbe ancora più dura. Anche se l’anno di esperienza in più del Bari vorrebbe dire molto, con un gruppo già costruito. Il Palermo come il Bari l’anno scorso dovrebbe cambiare almeno 10 giocatori. Abbiamo la realtà adesso che ci dice che ci dobbiamo giocare questo campionato, magari tra qualche mese questo sarà un affare del Palermo e il Bari penserà ad altro”.
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