A quattro anni dal fallimento che ha fatto ripartire i colori biancorossi dalle polverose serie inferiori, il Bari tornerà in Serie B. Una categoria che meglio si addice alla piazza barese, che nel corso della sua ultracentenaria storia ha vissuto per ben 50 stagioni. Non per altro i galletti sono una delle squadre ascensore per eccellenza del calcio italiano, avendo vissuto ben 30 campionati in A e ben 11 promozioni, al secondo posto di sempre dietro l'Atalanta. Inizia oggi un viaggio nella storia che proverà a far rivivere questi campionati, segnati dalla gioia di una promozione alla tristezza di una retrocessione, ma anche dalla felicità di una salvezza raggiunta miracolosamente alla rabbia per un sogno svanito sul più bello.
Il primo episodio è l'anello di congiunzione tra presente e passato, ovvero l’ultima stagione del Bari in B, il campionato 2017/18. I biancorossi, reduci da un'annata tribolata conclusa con un mesto dodicesimo posto, decidono di rilanciare e puntare nuovamente alla A. Il presidente Giancaspro, coadiuvato da Sean Sogliano, affida in estate la panchina a Fabio Grosso, reduce dall'esperienza sulla panchina della Juve Primavera. È una scommessa quella dell'ex campione del mondo, alla prima avventura tra i pro, ma che tutto il mondo Bari vuole vincere.
In estate si forma un gruppo interessante, partendo dalle riconferme dei pezzi pregiati della rosa quali Micai, Sabelli e Galano e acquisti interessanti come Petriccione, Improta, D'Elia e la scommessa Anderson. Il Bari parte subito bene: doppia vittoria in Coppa Italia contro Parma e Cremonese e un 3-0 senza storia al Cesena alla prima di campionato. Sette giorni dopo arriva la sconfitta per 3-2 ad Empoli, contro quella che sarebbe stata la corazzata del campionato. Seguirà un andamento abbastanza atipico: sconfitte o pareggi in trasferta e vittorie casalinghe. La prima gioia lontano dalla Puglia arriva a novembre, con l'affermazione per 2-1 a Novara. È il punto più alto della stagione, con il Bari che raggiunge il primo posto. Segue la straordinaria vittoria nel derby di Foggia, ma l'altrettanto sorprendente ko con l'Entella.
Dalla gioia si passa così subito allo sconforto. Raggiunto il primo posto, il Bari inizia a perdere colpi. Il brutto ko col Palermo fa perdere la vetta della classifica. Seguiranno pareggi e meste sconfitte, su tutte il 4-0 casalingo con l'Empoli e 3-1 a Venezia. Nel frattempo dal mercato Sogliano piazza qualche colpo interessante, su tutti gli stranieri Balkovec e Henderson. In un'altalena di emozioni il Bari si riprende e torna a macinare successi. Aleggiano però le prime paure. Si diffonde in città sempre più la voce che ci siano problemi economici e un forte rischio di penalizzazione. Giancaspro, più volte intervenuto sull'argomento, bolla la questione a semplici fake news.
Il Bari chiude il suo campionato al sesto posto e si qualifica per il turno preliminare dei playoff contro il Cittadella. Il 25 maggio 2018, però, a campionato terminato, la doccia ghiacciata. Il Bari viene penalizzato di due punti per il ritardo nei pagamenti dei contributi IRPEF e INPS. La squadra scende così al settimo posto in classifica e deve giocare contro il Cittadella non più in casa, ma in trasferta ed è così obbligata a vincere. Il Bari annuncia immediato ricorso che però viene respinto il 31 maggio. I galletti pareggiano per 2-2, dopo i tempi supplementari, col Cittadella vedendo svanire sul nascere il sogno B.
È l'inizio della fine. Il primo a fare le valigie è Grosso, anche lui non esente da colpe per diversi errori commessi durante l'anno, che firma con il Verona. Dopo un lunghissimo tira e molla estivo, il 16 luglio 2018 la società, con un debito di 12 milioni di euro, è esclusa dal successivo campionato cadetto a causa della mancata ricapitalizzazione di Giancaspro. Alla squadra già in ritiro viene comunicato il rompete le righe. Il Bari è morto, fallito. Oggi, quattro anni dopo, è ritornato.
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