La partita è andata male, il gran goal di Antonio Cassano ci ha fatto sognare il quarto posto solitario, una ripresa senza mordente ed energie psico-fisiche ci hanno riportato un po’ con i piedi per terra, ma per tutti quelli che si sono sobbarcati 2.000 km per seguire la Samp in Puglia, compreso il sottoscritto, la trasferta barese non potrà essere dimenticata a breve.
Si sentono tante frasi fatte e dicerie varie sul calore, presunto o reale, delle piazze meridionali. Non posso far altro che limitarmi a descrivere l’eleganza della città e l’enorme potenziale del pubblico barese, non per sentito dire, ma per diretta testimonianza. Appena arrivati a Bari, non siamo riusciti a tenere a freno la curiosità di andare a visitare subito il centro storico, l’ormai nota “Bari Vecchia”, non soltanto perché rappresenta il quartiere di Antonio Cassano, ma perché costituisce il cuore pulsante della città.
Chi si aspettava una zona malfamata, abbandonata, poco sicura e trascurata si è dovuto ricredere: tanto di cappello alle autorità locali e alla popolazione, capaci di ristrutturare, con il tempo e mille sacrifici, l’intera area, rendendola altamente accogliente, elegante, pulita, curata, caratteristica, interessantissima culturalmente ed esteticamente abbagliante. Fa grande piacere notare come gran parte della gente locale di qualche decennio fa sia rimasta dove è nata ed è cresciuta, contribuendo attivamente a dare alla città il volto che si merita.
Parlavo prima di accoglienza. Al di là degli amici personali, merita un capitolo a parte la straordinaria manifestazione di stima e affetto che noi tifosi blucerchiati abbiamo ricevuto dai fratelli baresi. Entrati in “Bari Vecchia” con la sciarpa del Doria attorno al collo, c’è stata la fila di persone subito pronte a trasmetterci la gioia di vederci, in quanto presenti ad un appuntamento così importante per le rispettive città e tifoserie.
C’è chi ci ha offerto la colazione, facendoci gustare la loro tipica focaccia, chi ci ha regalato gadget del Bari, chi ci ha spontaneamente accompagnato in Strada San Bartolomeo per vedere l’abitazione dove è nato e cresciuto Antonio Cassano, chi ha avuto dialogare con noi per fare amicizia e conoscersi meglio, nemmeno fossimo celebrità di Hollywood, chi ci ha consigliato uno dei migliori ristoranti cittadini, gestito da un caro amico del fantasista blucerchiato, senza dimenticare le fans, anche anziane, del nostro campione, letteralmente amato dai propri concittadini, e un giornalista locale che mi ha posto alcune domande per un’intervista televisiva.
Oltre al centro storico la città di Bari assicura un elegantissimo e vasto lungo mare, oltre che un centro giovanile, moderno e ricco di luoghi di ritrovo. Il tragitto dalla Stazione FS allo Stadio San Nicola, situato a diversi km fuori dal centro cittadino, è esaltante: il bus è occupato da tanti baresi e altrettanti doriani, siamo una cosa sola, non ci distinguiamo più, del resto tutti abbiamo sciarpe di entrambe le compagini e siamo protagonisti di cori d’incitamento per i rispettivi colori e di sfottò nei confronti delle tifoserie che meno stimiamo.
L’entrata nel settore ospiti lascia letteralmente a bocca aperta: il San Nicola è molto più affascinante di quanto possa sembrare in tv. Il colpo d’occhio è quello delle grandi occasioni, gli spalti si riempiono velocemente, la Curva Nord è compatta, gremita, fa sentire la propria voce. Alcuni cori dei fratelli baresi sono assordanti, da brividi. Noi siamo in 400 unità, un numero notevole visto il turno infrasettimanale e la distanza della trasferta. C’è chi è sceso in pullman, chi in treno, chi in auto, chi in aereo, per la Sampdoria questo e altro. Siamo in netta minoranza, ma non fatichiamo a far notare la nostra presenza.
Il pre-partita è emozionante e coinvolgente: oltre a frequentissimi scambi di sciarpe, partono reciproci cori d’incitamento tra le due curve, seguiti dal giro di campo effettuato dai riferimenti delle rispettive tifoserie organizzate con lo sventolio dei bandieroni di Bari e Sampdoria, ricevendo in cambio gli scroscianti applausi dell’intero San Nicola, gremito da oltre 30.000 spettatori.
È una partita speciale anche e soprattutto per Antonio Cassano, il quale, per la prima volta dopo 9 anni, ritorna da avversario nel “suo” stadio: il pubblico barese lo osanna, gli dedica striscioni e gli regala un’autentica standing – ovation. Chi pensa sempre male nei suoi confronti, ha dovuto ricredersi: nonostante l’emozione, ha gonfiato la rete a modo suo, ovvero con genio e classe, ma ha dovuto predicare nel deserto, troppi compagni in debito d’ossigeno e in serata no.
Al triplice fischio finale in campo è soltanto il Bari a festeggiare: Meggiorini e Barreto consentono ai galletti di chiudere con largo anticipo la pratica salvezza e di sognare un aggancio alla zona europea. Sugli spalti invece il risultato non incide minimamente sul solido gemellaggio: ancora rispettivi cori d’incitamento tra le due curve, scambi di sciarpe e striscioni di stima. Torniamo a casa con la gola a pezzi da quanto abbiamo cantato e con una convinzione per il futuro: “Bari e Sampdoria, non ci lasciamo mai!”
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