La questione è risolta: l'unica procura che si occuperà dell'inchiesta sul Bari e sul calcioscommesse sarà quella pugliese. L'accordo sulla competenza è tra il procuratore di Cremona, Roberto di Martino, e quello di Bari, Antonio Laudati: dopo una telefonata dei giorni scorsi, il primo si è impegnato a trasmettere tutti gli atti che riguardano i biancorossi in Puglia, dove i carabinieri hanno in mano un'inchiesta delicata sulle combine negli ultimi due campionati di serie A. La richiesta era arrivata da Laudati circa un mese fa, dopo che a sorpresa i magistrati lombardi avevano arrestato Angelo Iacovelli, il factotum dei calciatori biancorossi, coinvolto nel giro di scommesse, che però aveva cominciato a collaborare con gli inquirenti baresi. Mentre Iacovelli parlava in Puglia, Cremona senza alcun coordinamento o accordo preventivo con i colleghi pugliesi, lo ha portato in carcere. Immediata è arrivata la richiesta di Laudati di trasmissione atti sulla base dell'articolo 54 del codice di procedura penale: "Contrasti positivi tra uffici del pubblico ministero". "Quando il pubblico ministero - si legge nel codice - riceve notizia che presso un altro ufficio sono in corso indagini preliminari a carico della stessa persona e per il medesimo fatto in relazione al quale egli procede, informa senza ritardo il pubblico ministero di questo ufficio richiedendogli la trasmissione degli atti".

Laudati ha allegato la lista dei 17 indagati per frode sportiva (stesso reato per cui procede Cremona) per dimostrare come la maggior parte delle persone fossero indagate da entrambe le procure. Si tratta dei protagonisti della presunta combine tra Bari e Palermo (Padelli, Marco Rossi, Masiello, Parisi e Bentivoglio), di una serie di protagonisti laterali (gli ex Gervasoni, Carobbio, Esposito) ma soprattutto si tratta degli stessi fatti: Bari indaga su tutte le ultime 9 partite di campionato della scorsa stagione, più alcune della stagione 2009-2010. Cremona sulla maggior parte di esse (Palermo-Bari, Bari-Sampdoria, Bari-Chievo, Bari-Roma).

Ora, pur riconoscendo a Cremona la competenza dell'associazione per quanto riguarda il gruppo degli Zingari, Laudati riteneva (anche sulla base degli articoli 8, 12 e 16 del codice di procedura penale che regolano la competenza) che la parte dell'indagine sui biancorossi dovesse arrivare in Puglia dove, tra le altre cose, si indaga anche su un reato più grave. Contemporaneamente alla frode sportiva, qui si ipotizza l'associazione mafiosa. La legge, per dirimere la questione, prevede che "il pm che ha ricevuto la richiesta informa il procuratore generale presso la corte di Appello, ovvero (ndr, come in questo caso), qualora appartenga a un diverso distretto, il procuratore generale presso la corte di Cassazione. Il procuratore generale, assunte le necessarie informazioni, determina con decreto motivato quale ufficio del pubblico ministero deve procedere e ne dà comunicazione agli uffici interessati". L'intervento del procuratore generale però non è servito. Di Martino ha deciso di trasmettere tutti gli atti a Bari mantenendo comunque (seppur in via formale) la doppia iscrizione per gli indagati gemelli. Ma da ora in poi l'inchiesta spetterà solo ai pm pugliesi e ai carabinieri del reparto operativo che stanno seguendo l'inchiesta.

I carabinieri hanno depositato una serie di informative, ora all'attenzione del sostituto procuratore Ciro Angelillis. Di fatto ci sono due inchieste parallele: una che mira alla frode sportiva, col coinvolgimento dei calciatori, di una serie di imprenditori (tre ristoratori), di alcuni esponenti del tifo organizzato e di personaggi minori vicini ai giocatori. Dall'altra, invece, esiste un fascicolo per associazione mafiosa: il sospetto è che esponenti vicini ad alcuni clan locali abbiano deciso di riciclare denaro sporco attraverso le scommesse sportive.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 29 febbraio 2012 alle 08:30 / Fonte: Repubblica Bari
Autore: Redazione TuttoBari
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