Il Bari ha vissuto un momento magico in questo strepitoso 2009 ed ha incantato non solo con i risultati ma anche e soprattutto con il bel gioco espresso sul campo. Schemi al servizio del gruppo e viceversa.
Una squadra che ha stupito non solo per lo strapotere dimostrato in SerieB ma che è stato confermato anche dopo la promozione in SerieA. Mister Ventura è riuscito in un compito difficilissimo, quello di far dimenticare in fretta il predecessore Antonio Conte, gestendo un gruppo con tanti giocatori e non tutti di grande qualità tecniche.
Il Bari ha perso solo 6 partite ed ha conquistato ben 73 punti in questo anno solare.
Merito del pubblico, merito dei giocatori che sono scesi in campo e quelli che son restati sulla tribuna, merito dei due allenatori, merito dei preparatori atletici (Ventrone e Innocenti), merito dello Staff della società, merito di Perinetti e merito, anche no, anche del presidente Matarrese.
Quando si ottengono così tanti risultati, certamente non è il singolo a fare la differenza, ma è l’insieme di tutti i pezzi del puzzle che incastrati tra loro fanno ottenere il quadro completo.
Tante sono state le polemiche in merito alla campagna acquisti e tante persone ( me compreso) hanno giudicato troppo frettolosamente delle scelte strategiche attuate dalla società che poi alla fine si sono rivelate vincenti.
Continuo a sostenere che ci vuole programmazione per dare continuità e che sicuramente il bari per diventare “grande” e per fare il passo definitivo verso una classifica non più provvisoria, deve certamente migliorare il settore giovanile ed allargare la rete di osservatori in tutto il mondo.
Bisognerebbe dire “basta” ai prestiti inutili ed incominciare ad acquistare giocatori a titolo definitivo anche rischiando qualcosa.
Il Bari deve augurarsi nel suo futuro di non essere più una squadra di passaggio nel massimo campionato ma deve affondare le sue radici e restarci per sempre.
I giocatori che vengono a vestire la maglia biancorossa lo devono fare per attaccamento ai colori sociali e perché vogliono costruire un futuro con essi e non vederli solo come mezzo di riscatto o come vetrina per altri palcoscenici.
Se dovessi scegliere una persona alla quale affidare l’OSCAR BIANCOROSSO 2009 di ASBC io chiamerei a gran voce il DS Giorgio Perinetti, per la sua competenza e professionalità , perché ha saputo gestire e proteggere il gruppo quando la nave sembrava essere in tempesta, perché è un uomo che sa esprimere le cose come stanno e non le manda a dire.
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