Il calcio sta cambiano e le bandiere non esistono più e sono certo che mai più ritorneranno.
Saremo costretti a vedere sempre i nostri beniamini lasciare sul più bello la barca prima che affondi.
Il denaro prima di tutto, sembrano pensare i calciatori, e nessuno rinuncia ad offerte sontuose per portare in alto i propri ideali.
Forse è giusto così e forse ognuno di noi si sarebbe comportato allo stesso modo di tanti mercenari che prima dichiarano amore eterno alla maglia e poi la squarciano al primo assegno di passaggio.
Alla luce di questa considerazione ritengo non avere senso la moda che da qualche anno sta impazzando in tutto il mondo, quella di non esultare in caso di gol alla propria ex squadra.
Nulla di più ipocrita. Tranne quando la cessione del campione è obbligata per questioni societarie, nella maggior parte dei casi si tratta di operazioni di mercato che accontentano anche e soprattutto il calciatore “traditore”.
Massimo Donati, nato nell’Atalanta è emigrato altrove per fare esperienze nuove e forse perché la realtà di Bergamo ad un certo punto stava stretta. Adesso gioca da noi, in biancorosso, ed ha dichiarato che, domenica contro la sua ex squadra, in caso di segnatura non esulterà.
Bari-Atalanta sarà mutilata di una parte dello spettacolo nel caso in cui il centrocampista “scozzese” dovesse scoccare un tiro da fuori area all’incrocio dei pali.
Un gol senza gioia è come un concerto senza musica oppure un quadro senza colori.
Ma vi sembra possibile una cosa del genere? Sarebbe solo ipocrisia.
Non ci vedrei nulla di male se Antonio Cassano in Bari-Sampdoria dovesse esultare in caso di gol. Sarebbe giusto così. Il rispetto si denota in altre cose e non certo in queste piccolezze.
Mi piacerebbe vedere Donati esultare con eleganza e senza sbeffeggiare i suoi ex sostenitori come ha fatto erroneamente Adebayor quando Domenica ha segnato contro la sua ex Arsenal.
Il calcio cambia, le bandiere non esistono più e i calciatori dovrebbero non dimenticare che il pubblico è sacro e che grazie ad esso che hanno un lavoro redditizio.
Fossi in Donati, io esulterei sotto la Curva Nord guardando in faccia i miei nuovi tifosi, senza deridere ne quelli vecchi ne quelli che non ho mai avuto.
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