Lo sguardo è fiero, diretto, di chi sa sempre cosa vuole e, soprattutto, come ottenerlo. Il modo di fare è sincero, tipico di chi ha il calore del Sud che bolle nelle vene. Ciro Polito è consapevole che la figura del direttore sportivo è simile, per alcuni aspetti, a quella del portiere. Il direttore sportivo è un uomo solo, vero collante tra allenatore, squadra e società. Dalla sua capacità di mediare dipendono le sorti dello spogliatoio. Tante le analogie col ruolo del portiere - sempre pronto a parare in solitudine - pur di mantenere al sicuro il risultato per il bene della squadra.

Ciro Polito è stato un eccellente portiere e si sta dimostrando eccellente anche nelle nuove vesti di dirigente. Un abito che gli calza a pennello, ed i risultati fin qui ottenuti lo dimostrano. Una promozione a Castellamare di Stabia con le vespe della Juve Stabia, ed una miracolosa salvezza ad Ascoli, nobile piazza abituata ai fasti del mai dimenticato tandem Rozzi-Mazzone e alle perle di Walter Junior Casagrande, rappresentano uno straordinario biglietto da visita anche per i più scettici.

Il capoluogo pugliese ha voglia di riscattarsi dopo una stagione dalle molte ombre e dalle tinte scure. Qualcuno sognava un ritorno di Giorgio Perinetti, figura che a Bari ha lasciato ricordi straordinari. Nostalgia canaglia ed anche giustificata, ma Ciro Polito incarna il nuovo che avanza, e Bari ha bisogno di assaporare anche nuovi e sconosciuti entusiasmi. Spazio dunque al nuovo direttore sportivo e alla sua contagiosa energia. We are the goalkeeper’s, recitava il testo di una celebre canzone. Proprio come Polito, ieri come oggi pronto a parare l’impossibile per garantire al nuovo Bari un futuro roseo.

Sezione: Copertina / Data: Sab 12 giugno 2021 alle 17:00
Autore: Raffaele Garinella
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