Sconfitta immeritata per i galletti che hanno lungamente dominato la gara ma si sa, le regole del gioco sono chiare e alla fine vince chi segna anche quando il tiro andato in rete è uno dei pochi rivolti verso la porta avversaria. E l’Ascoli si è visto poco, pochissimo dalle parti di Lamanna, limitandosi ad amministrare il risultato con ordine e opponendo ogni risorsa della propria compagine per impedire il pareggio.
Raccontata così, sembrerebbe che il Bari sia quasi incolpevole e che questa assurda sconfitta sia soltanto il frutto di quel “fattore caso” che ogni tanto favorisce alcuni a discapito di altri. Ma no, non è andata così.
Il Bari seppur volitivo e ricaricato fisicamente da questa lunga pausa, è apparso disordinato e caotico. Il centrocampo, misteriosamente orfano di Sciaudone, non riesce ad impartire quell’ordine e concentrazione utili per pareggiare se non addirittura provare a vincere la partita e le fasce , impreziosite da un ottimo Defendi finalmente impiegato a destra, dal lato opposto perdono incisività e brio con un Aprile che nonostante sia finalmente sceso in campo, continua a rimanere un “oggetto misterioso”.
Un assetto di squadra stravolto da un Torrente che sceglie di mandare in campo i nuovi dal primo minuto e di lasciare i “vecchi” in panchina per poi dover correre ai ripari in corso d’opera re-inserendo Galano e Fedato che si insediano a fatica entro le trame, ormai caotiche, di cui è preda la squadra.
Il registro di gioco quindi si perde e quando hai finalmente capito che a regnare in campo è il caos, smetti di chiederti perché il gioco viene continuamente accentrato proprio lì dove il numero di giocatori ascolani è maggiore e la palla spesso carambola contro le stesse caviglie dei galletti che in questo caotico biliardino, si trasformano spesso in difensori ascolani piuttosto che in attaccanti biancorossi.
Se poi a tutto questo si aggiunge che il portiere barese Mauarantonio , purtroppo nelle fila dell’Ascoli e non del Bari, si sia trasformato in uno “spiderman” a volto scoperto e senza tutina rosso-blu, si può ben comprendere quanto alto sia stato il livello di frustrazione che ha accompagnato i tifosi baresi di rientro ai propri domicili. Di fatto le occasioni per il Bari non sono mancate e Maurantonio si oppone diverse volte a Bellomo, un po’ opaco oggi ma sempre di grande, grandissimo spessore e Caputo ma nulla da fare: l’estremo difensore è una vera e propria saracinesca. E non sapremo mai se Maurantonio sarebbe riuscito a mantenere la porta immacolata se quel pallone, passato per i piedi di Claiton all’87mo, fosse stato calciato come si deve.
A proposito di Claiton e della difesa tutta, non possiamo fare a meno di esprimere preoccupazione e sconcerto per quello che è il reparto più vulnerabile della compagine biancorossa che dalla prossima partita potrà avvalersi di Rossi, ultimo arrivato in casa Bari, cui spetta l’arduo compito di colmare lacune tanto qualitative che quantitative. Qui il riferimento a Borghese è d’obbligo dato che, specialmente alla luce della prestazione contro l’Ascoli, non si può fare a meno di chiedersi quanto possa essere stato opportuno “regalarlo”, di fatto, alla Pro Vercelli (ormai nostra diretta concorrente), quando il nostro reparto difensivo è carente tanto in qualità che in quantità. Ai posteri l’ardua sentenza? No. La lascerei al girone di ritorno, al campo ed ai cronisti sportivi vercellesi che si sono già espressi in modo più che positivo sulle sue prestazioni.
Quindi ricapitolando, un Bari che non riesce a segnare e con la solita difesa perforabilissima che registra un’altra assurda sconfitta e segna un battesimo non proprio esaltante per il volitivo e pregevole Tallo che ha creato non pochi problemi all’Ascoli offrendo al pubblico barese giocate efficaci e spesso eleganti; ed è stato un battesimo triste anche per il nostro striscione in Curva Nord su cui abbiamo scelto di imprimere le uniche parole, che secondo noi, hanno sempre un valore; che si vinca o si perda “ Sempre, comunque, ovunque: BARI”.
Donne Biancorosse è una rubrica a cura di: Carmen Loseto, Anna Biallo, Angela Elia, Angela Evangelista, Enza Cassano e Antonella Poliseno.
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