A sentirlo parlare vien da pensare che i capelli bianchi non gli son venuti invano. Ogni suo pensiero è vigilato dal buon senso, ogni sua parola sembra il risultato di un lungo ragionamento. Parla lentamente "Nacho" Castillo. A 36 anni suonati, il ruolo di vegliardo dello spogliatoio biancorosso sembra calzargli a pennello. In scadenza di contratto e quindi molto probabilmente prossimo a dare l'addio al Bari, l'attaccante argentino, oggi, in conferenza stampa, ha fatto un bilancio della sua esperienza nel capoluogo pugliese."No, non sono pentito di essere venuto qui: la società non mi ha fatto mai mancare nulla ed io in questa città mi trovo bene. Non fosse stato così me ne sarei andato. Purtroppo però sul campo ho dato pochissimo ed ora mi sento in debito", ha detto il giocatore, "Bari non ha visto il vero Castillo: è andata così, e mi dispiace a maggior ragione perchè i calciatori sono rispettati solo quando giocano bene".
La sua stagione sin qui è stata un calvario: fuori rosa per quasi tutto il girone d'andata, è tornato in campo nella gara di andata contro il Brescia, prossimo avversario dei biancorossi. Poi tanti infortuni e un solo gol all'attivo. "Dico la verità", ammette candidamente, "io non ero pronto per fare il ritiro estivo: l'infortunio era molto grave. Poi sono stato messo fuori rosa, è vero, ma ho sempre rispettato le scelte del mister. Sono un ragazzo tranquillo, certo non mi faccio trattare male". Poca gloria in campo, quindi, ma Castillo ci tiene a precisare il ruolo avuto nello spogliatoio: "Sono stato più utile come referente nello spogliatoio che in campo, visto che ho giocato poco, e spesso quando sono stato chiamato in causa non ero in condizione. Voglio sottolineare una cosa: questo è un gruppo fenomenale, fatto di ragazzi splendidi. Ci sono tanti giovani ed io che non lo sono più dico una cosa che potrebbe essere per me controproducente: il Bari, come tutte le società di calcio, deve puntare su di loro". A proposito della gara contro il Brescia dell'andata Castillo ci scherza su: "Cosa ricordo di quella partita? Che dopo pochi minuti stavo per affogare!", dice, autoironico, ridendo, "non giocavo da tanto e però ricordo che eravamo in dieci e diedi una mano ai compagni. Ero molto contento di essere tornato a giocare". Ora l'argentino dovrà affrontare nuovamente le rondinelle: "Noi cerchiamo di vincerle tutte, e così sarà sempre. Non è vero che abbiamo mollato: semplicemente abbiamo affrontato negli ultimi tempi partite difficili, contro squadre molto organizzate. In più abbiamo patito molto le assenze". Quindi l'analisi tattica: "É vero, segniamo poco, ma questo è un problema che riguarda la squadra e non solo gli attaccanti. Gli schemi di Torrente? Per me non sono un ostacolo: se non ho dato quello che potevo è perchè non sono mai riuscito a giocare con continuità". E sul campionato del Bari..."Il mister non ha trovato l'attaccante da quindici goal. Ora dobbiamo salvarci e guardate che la salvezza avrebbe un valore molto più alto di quello che si pensa: sarebbe un risultato straordinario". In chiusura Castillo il saggio ha parlato del suo futuro: "Appendere le scarpe al chiodo? Non so ancora, devo prendere una decisione e per i calciatori non è mai facile. Io intanto ho fatto il corso per diventare allenatore: è una carriera che credo di essere in grado di fare al meglio. Sì, mi piacerebbe molto allenare". Discorsi prematuri, insomma. L'argentino, prima di scegliere cosa fare da giugno in poi, vuole realizzare il suo piccolo sogno nel cassetto. Facile indovinare quale sia. "Segnare: ecco, dovessi fare goal contro il Brescia sarei il più contento di tutti". E noi, Nacho, te lo auguriamo.
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