Gian Piero Ventura durante la nostra intervista ha espresso una riflessione lucida sul tema della multiproprietà e sul futuro del Bari alla luce della scadenza del 2028, anno entro cui i De Laurentiis saranno obbligati a cedere la società. Pur premettendo che non spetta a lui indicare cosa debba fare la proprietà, ha voluto analizzare i risvolti più delicati di questa situazione. “Quando hai una multiproprietà non puoi pensare che venga fatto un mercato di impegno economico, sapendo che se vai su devi vendere”, ha spiegato. Secondo Ventura, tutto questo genera un’ambiguità di fondo che non sempre viene compresa: “Alcuni secondo me non hanno ancora capito. Ma questo non toglie che si possa cercare comunque di togliersi delle soddisfazioni”.

Il problema, spiega, è che nel momento in cui si arriva alla scadenza con l’obbligo di vendere, si perde il potere contrattuale. “Non conviene arrivare al termine. Il termine significa essere chiaramente ricattati, tra virgolette. Basta pensare che la Salernitana, squadra che era in Serie A, è stata venduta a dieci milioni. E una squadra in Serie A non può costare dieci milioni. Costa molto di più”. L’impossibilità di fare leva su una trattativa vera, con margini di scelta, rischia secondo lui di ridurre drasticamente il valore reale della società.

Ventura crede che nel tempo che resta fino al 2028 ci sarà sicuramente molta attenzione sul Bari. “Io credo che ci sarà l’opportunità. Essendoci una data definita, è chiaro che in questo lasso di tempo ci sarà una grande attenzione a tutto. Però poi bisogna vedere se c’è qualcuno che compra”. Sottolinea infatti che vendere in astratto non significa nulla: “Vendere non significa niente. Dipende da chi compra”.

Nel caso si presentasse un interessato concreto, secondo Ventura la società dovrebbe valutare seriamente la possibilità di cedere in tempi brevi, evitando rischi futuri. “Se ci fosse qualcuno interessato, io credo che un minimo di attenzione ci sarà. È chiaro che se arriva uno e offre cinque milioni per il Bari, non c’è nessun interesse”. Ma il concetto è chiaro: “Nel momento in cui hai l’obbligo di vendere, o prendi quello che ti offrono o devi lasciare comunque. Quindi non conviene a nessuno arrivare a quella data senza aver fatto prima le valutazioni, ma non ho la presunzione di dire cosa debba fare la società".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 20 maggio 2025 alle 21:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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