Il calcio italiano è famoso in tutto il mondo non solo per i successi ottenuti sia a livello di club che di nazionale, ma anche per la calorosità delle sue piazze. I tifosi sono sempre al seguito della propria squadra del cuore e per molti di loro il calcio viene vissuto quasi come se fosse una religione. Una di queste è il Napoli che due stagioni fa ha vinto il terzo scudetto della sua storia a 33 anni di distanza dall’ultima volta e che quest’anno parte con i favori dei pronostici per la vittoria del campionato a quota 5.50 come confermano le quote della Serie A dei vari bookmakers, appena dietro a Inter e Juventus.
Tuttavia, non solo Napoli tra le realtà più calde del nostro Paese e, tra queste, c’è anche quella del Bari, uno dei club più importanti del Sud Italia che negli anni ha visto la presenza di alcuni giocatori diventati iconici.
La storia del club
La storia del Bari ha inizio il 15 gennaio 1908, quando venne fondato il Bari Foot-Ball Club. Tra i fondatori principali c’erano Floriano Ludwig, un austriaco trasferitosi a Bari, Gustavo Kuhn, uno svizzero, e Giovanni Tiberini, un commerciante locale. Inizialmente, i giocatori indossavano maglie granata e pantaloncini bianchi e giocavano principalmente contro marinai inglesi al Campo San Lorenzo nel quartiere di San Pasquale, tant’è che, nel periodo pre-Prima Guerra Mondiale, il Bari partecipò a poche stagioni ufficiali. Durante questo periodo, dal Bari Foot-Ball Club nacquero due nuove società: nel 1908 l’Unione Sportiva Ideale e nel 1909 il Foot-Ball Club Liberty, con quest’ultime due che, nel 1924, si fusero nell’Unione Sportiva Bari.
Seguirono anni di crescita per il club che, prima con De Palo e poi con Matarrese, visse alcuni dei suoi periodi migliori, segnati da diverse stagioni trascorse in Serie A. Fu però tra la fine degli anni Ottanta e i Novanta, che il Bari visse la sua epoca migliore, vincendo anche una Coppa Mitropa (nel 1990), ancora oggi unico trofeo internazionale vinto dalla squadra biancorossa.
Il primo decennio degli anni Duemila fu il periodo della ripartenza per il club, caratterizzato dalla vittoria del campionato di Serie B sotto la guida di Antonio Conte. In seguito, la squadra continuò a fare bene anche in A con Giampiero Ventura e giocatori importanti. Tuttavia, nel 2014, tutto ebbe fine con il fallimento della società e, dopo varie vicissitudini, la vera ripartenza ebbe inizio nel 2018 con l’acquisto del club da parte della famiglia De Laurentiis che ha riportato la piazza a lottare per la promozione nel massimo campionato.
Insomma, una storia di tanti alti e bassi, quella del Bari, caratterizzata però anche da giocatori che hanno fatto la storia del club e del calcio italiano.
La top 11 della storia del Bari
In un’ipotetica top 11, per molti, il portiere designato sarebbe Jean-François Gillet. Nato a Liegi, in Belgio, il 31 maggio 1979, ha giocato in Italia per la maggior parte della sua carriera, distinguendosi soprattutto nella sua esperienza al Bari, dove arrivò appena ventenne nel 1999. Qui, rimase per 11 anni, diventando una bandiera del club pugliese.
Tra i difensori troviamo Gianluca Zambrotta, Leonardo Bonucci, Giovanni Loseto e Robert Jarni. Zambrotta ha iniziato la sua carriera in Serie A proprio con il Bari nel 1997 e, durante le sue due stagioni in biancorosso, ha contribuito alla salvezza del club in Serie A, attirando l’attenzione delle grandi squadre italiane. Alla fine fu la Juventus ad acquistarlo e il resto, come si suol dire, è storia, per uno dei migliori terzini della storia del calcio italiano.
Più recente, invece, l’esperienza barese di Bonucci, in cui si impose sin da subito come uno dei migliori difensori centrali del campionato. Poi, arrivò la Juve, con cui ha vinto tanto facendo la storia del club bianconero.
Loseto è una leggenda del Bari, dove ha giocato per undici delle tredici stagioni della sua carriera da calciatore professionista, diventando peraltro il secondo giocatore per numero di presenze nella storia del club.
Il croato, invece, ha giocato per il Bari per due stagioni, dal 1991 al 1993. Durante la sua parentesi in Puglia, Jarni ha contribuito a riportare il club in Serie A, per poi proseguire la sua carriera principalmente tra Italia e Spagna.
A centrocampo, troviamo invece Angelo Terracenere, Klas Ingesson, Antonio Lopez e il fantasista Pietro Maiellaro. Il primo è cresciuto del vivaio del Bari ed è diventato un simbolo del Bari degli anni Ottanta, mentre lo svedese arrivò al Bari nel 1995, dopo aver giocato nelle massime serie di Svezia, Belgio, Paesi Bassi e Inghilterra. In Puglia, però, Ingesson trovò la sua dimensione, diventando ben presto uno dei capitani più amati dai tifosi del Bari, restando nel capoluogo anche dopo la retrocessione.
Antonio Lopez è stato uno dei migliori registi italiani a cavallo degli anni '70 e '80, anche lui cresciuto nel Bari come Terracenere e diventato grande proprio con la maglia biancorossa così come Maiellaro, che visse le sue migliori stagioni da calciatore proprio nella sua esperienza pugliese.
Infine, a comporre la coppia d’attacco di questa top 11 ci sono Nicola Ventola e Igor Protti. Il primo è stato il ragazzo prodigio della stagione dei trionfi del settore giovanile. Sembrava l’inizio di una grandissima carriera, ma gli infortuni, specialmente dopo la sua parentesi barese, ne hanno rallentato l’ascesa nel grande calcio. Protti, invece, è stato uno dei migliori “bomber di provincia”, non avendo mai giocato per le big d’Italia. Tuttavia, è riuscito comunque a togliersi le sue soddisfazioni diventando il capocannoniere della Serie A con 24 gol nella stagione 1996, proprio con la maglia del Bari, e per essere diventato uno dei migliori marcatori del club in assoluto.
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