Bari, per l’ex attaccante biancorosso Giovanni Tiberi, oggi quarantasettenne, è la piazza che lo ha allevato, da giovanissimo, e lanciato nel calcio che conta. In esclusiva ai nostri microfoni, l’atleta, che attualmente collabora con una scuola calcio al progetto Academy della Roma, si è espresso sulla situazione del mondo del pallone nostrano: “Per un calciatore professionista, stare fermo tanto tempo è un problema, ma questa condizione vale per tutti. Bisogna tenere i muscoli tonici, per mantenersi, anche a casa, fisicamente pronti quando tutto riprenderà. Io oggi alleno i bambini, e per loro sarà certamente più facile.”   

Il ricordo del passato barese è vivo nella sua memoria: “Seguo ancora la squadra dei De Laurentiis, e faccio il tifo per i galletti, perché in C non possono restare a lungo. In Puglia sono stato benissimo, mi sono diplomato, al liceo classico, quando ero in Primavera. Ho tanti amici, e spesso in estate li rivedo. Ho un grande rapporto con tutta la famiglia Loseto, con Tovalieri e con molti altri. Il mio esordio in A, contro il Napoli al S. Nicola, il 12 aprile 1992, è indimenticabile per me. Perdemmo 3-1, e per l’emozione non feci una grande partita. Ma ricordo di aver scambiato la maglia, a fine partita, con Andrea Silenzi, che è di Ostia come me, e mi ci sono sentito alla pari, quel giorno. Poi, lui è stato anche mio testimone di nozze. Ho realizzato il sogno di ogni ragazzino, quello di giocare in massima serie.”  

L’atleta, che con la società del capoluogo pugliese racimolò solo 4 presenze in due stagioni, tra Coppa Italia e campionato, oggi è anche proprietario di un bar ad Ostia, e la crisi legata al Covid-19 lo preoccupa non poco: “Economicamente è dura. Già prima dell’avvento di questo virus la situazione era difficile, ora la ripresa sarà molto complessa. Le misure del Governo, finora, le ritengo insufficienti, almeno per i commercianti e gli imprenditori. C’è tanta gente che vive dignitosamente in 40 mq. e questi giorni, per loro, sono simili agli arresti domiciliari. Chi ha un’attività e ha dovuto chiuderla non si sente tranquillo, ed effettivamente non può esserlo.”

Sezione: Esclusive / Data: Lun 23 marzo 2020 alle 16:30
Autore: Giovanni Gaudenzi
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