Quando il Bari è fallito il 16 luglio 2018, curiosamente quasi 2 anni fa, i tanti tifosi biancorossi sparsi per il mondo tremavano per il loro futuro, che doveva ricominciare dai pantani delle serie inferiori. La luce in fondo ad un tunnel nerissimo fu sapientemente assegnata alla famiglia De Laurentiis dal Sindaco Decaro, che aveva visto un progetto vincente. Il Bari, ripartito dal Girone I di Serie D pieno zeppo di campioni, era ben visto dalle piccole realtà siculo-calabresi, che per la prima volta affrontavano una big del calcio italiano. In ogni stadio c'era tanta curiosità per vedere all'opera gente che aveva calcato palcoscenici superiori, ma il rispetto per l'avversario e per la società, che aveva speso tanti soldi per costruire un team vincente, venivano prima di ogni cosa.
Spostandosi in Serie C le cose però sono cambiate. Se in quarta serie lo strapotere del Bari era netto ed accettato da tutti, in Lega Pro quest'anno ci sono state, giustamente, tante squadre competitive e che puntavano al salto in B. Una squadra molto ricca, che investe 10 milioni di euro sul mercato per stravincere il campionato, come quella biancorossa ha attirato le antipatie di molti team. E' come se ad un ballo di fine anno il Bari si fosse presentato in smoking, a fronte di altre squadre che si presentano in tuta o in jeans, perché sanno di non potersi permettere un vestito di classe. L'abito però non fa il monaco, e quindi la donna più bella del ballo può invaghirsi di chiunque, nello specifico della Reggina. Per la gioia di molti quindi il Bari non ha stravinto il campionato, ma anzi è arrivato secondo, lottando col coltello tra i denti contro avversarie di valore come Monopoli e Potenza.
Neanche una pandemia come il Covid-19 ha fermato i veleni contro i biancorossi e il presidente Luigi De Laurentiis è stato persino accusato da alcuni di spingere per la ripartenza del campionato essendosi venduto l'anima al diavolo. La Serie C - che si ricordi è un campionato professionistico - per bocca del numero uno Ghirelli spingeva per la chiusura, il Bari guidava il piccolo blocco della ripresa. Alla fine ha prevalso il buon senso e si è optato per un compromesso: disputare solo i playoff in forma ridotta, dopo quattro mesi di stop dal lontano marzo. Tutto questo ha placato l'astio verso il Bari? Macché.
Lunedì i galletti hanno disputato la loro prima gara contro la rodata Ternana, qualificandosi al turno successivo per via del pareggio ottenuto. A prendersi la scena però sono state le infamanti accuse dei tifosi (non biancorossi) che spopolano sul web, che asseriscono come il Bari debba essere spinto in Serie B, giocando in 14 uomini. Anche alcuni giornalisti di Terni non hanno accettato il verdetto del campo, parlando di Bari solo fortunato e Ternana che avrebbe meritato la qualificazione. Si accusa anche Di Cesare di aver volontariamente messo ko Ferrante col suo intervento, con l'arbitro, da alcuni siti giudicato con un 3, che non sanzionava i ripetuti falli dei biancorossi, mentre si divertiva con i rossoverdi.
Tutto francamente assurdo oltre che stancante. Potremmo stare qui a confutare le tesi di questi leoni da tastiera, che probabilmente neanche hanno visto la partita in quanto Di Cesare per il suo fallo è stato giustamente ammonito o che dimenticano che la stessa Ternana non meritava di passare il turno col Catania, ma non lo facciamo. Potremmo anche smentire Gallo, che parla di partita non pulita, ma non lo facciamo. E' calzante la metafora del ballo di qualche riga fa. Chi non ha la possibilità di vestirsi in smoking si sente inferiore rispetto a chi lo smoking se lo può permettere, ma non deve per questo farne una colpa. Se i De Laurentiis hanno investito su Bari e non su altre realtà è perché la piazza pugliese è la settima tifoseria italiana, ha alle spalle più di 30 campionati in Serie A, è una delle aree metropolitane più grandi d'Italia.
E' una colpa essere ricchi? Trovare in ogni occasione un pretesto per attaccare i biancorossi è avvilente. Associare i De Laurentiis e il Bari agli arbitraggi a favore è l'ennesima provocazione di questa annata tribolata. Il Bari è per fortuna a due partite dalla B, categoria minima che compete a questa realtà del calcio italiano. Abbandonare la Serie C e ritornare in quella cadetteria salutata due anni fa sarebbe fondamentale, per lasciarsi alle spalle queste malelingue.
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