E’ in trepidante attesa di una chiamata da parte di qualche club. Si tratta di Lorenzo Catalano quarantenne allenatore barese che inspiegabilmente è fermo ai box. Pare quantomeno sorprendente infatti vedendo il suo curriculum da tecnico che stia ancora aspettando una colocazione lavorativa. Il figlio dell’indimenticato Biagio Catalano, prima giocatore e poi allenatore in seconda del Bari per tantissime stagioni vanta ben otto campionati come trainer nel settore giovanile biancorosso oltre ad aver fatto parte nella annata 1998-1999 dello staff tecnico della prima squadra con Fascetti primo allenatore. Una esperienza quella di far parte del pianeta Bari molto positiva e formativa in cui raggiunse la finale giovanissimi nazionali contro l’Inter di Santon e Obi. Poi il passaggio “ai grandi” a Martina in prima Divisione, in eccellenza Casarano, Liberty Bari e Real Altamura. Come dimenticare la splendida annata 2008/2009 alla guida del Liberty in cui conquistò la finale regionale dei playoff con l’Ostuni sfiorando a tempo scaduto l’ accesso alla fase nazionale e contemporaneamente arrivò all’ultimo atto della coppa Italia sfidando il Casarano che vinse il campionato. Un allenatore che fa del gioco offensivo e della manovra che parte con palla a terra già dalla difesa sono i suoi marchi di fabbrica, Insomma mister Catalano ama sempre fare un gol in più dell'avversario. Esempio lampante di questa teoria è il tennistico 6 a 4 che ha inflitto al collega Riccardo Digiovanni in un pirotecnico Locorotondo- Liberty Bari, con la squadra barese anche in condizione di inferiorità numerica.

Il nostro amico e collaboratore Clemente Calabrese lo ha interpellato, in quanto esperto ed ex addetto ai lavori dei biancorossi, per analizzare il difficile momento attraversato dai ragazzi di Ventura.

Da ex addetto ai lavori del Bari come giudica il momento dei biancorossi?
"Sicuramente non è una situazione facile, aver fatto un solo punto(a Verona) in nove gare rappresenta oggettivamente un fardello pesante da affrontare sia per i giocatori che per l’allenatore. Credo che il momento negativo possa dipendere da un problema legato alla concentrazione di chi scende in campo che evidentemente non è ai massimi livelli. Poi c'è il capitolo legato agli infortuni di calciatori molto importanti vedi Barreto, Almiron Salvatore Masiello giusto per citarne qualcuno. Poi ho notato che la squadra subisce qualche gol di troppo su palla inattiva come è accaduto a Catania con la rete su colpo di testa di Terlizzi. Pare che il Bari stia utilizzando la marcatura a zona, se così fosse, si tratta di un sisstema di gioco che può portare qualche svantaggio in questo fondamentale".

Quale reparto l'ha delusa maggiormente?"Senza dubbio, la difesa. Il Bari in questa stagione sta subendo troppi gol a differenza della precedente annata in cui la solidità del pacchetto arretrato costituiva il punto di forza".

Domanda difficile. Il Bari si salverà? "Da grande tifoso biancorosso e da ex adetto ai lavori mi auguro con tutto il cuore di si. Diventa fondamentale la gara di domenica prossima con il Cesena. Siamo obbligati a vincere, i tre punti rasserenerebbero un po' squadra tecnico e tutto l'ambiente. Non voglio neanche pensare a cosa accadrebbe in caso di pareggio o sconfitta, chiaramente una situazione già molto difficile diventerebbe ancora più complicata".
 

Come spiega nonostante il suo curriculum di tutto rispetto il fatto di essere ancora in attesa di una collocazione? "E’ una domanda che mi pongo quotidianamente, alla quale però non riesco a dare una risposta. So solo che la voglia di tornare in campo di sposare un progetto ambizioso e vincente è ad un livello altissimo. Credo senza presunzione di aver un buon curriculum, mi auguro che molto presto qualcuno si ricordi che può contrare sul mio apporto. Che sia serie d, eccellenza o promozione non fa molta differenza, l’importante che ci sia fame di successi, voglio vincere anche io, infatti in ogni gara non faccio troppi calcoli, amo fare sempre un gol in più dell’avversario".


Come sta impegnando il tempo durante questa pausa forzata? "Vado di frequente ad osservare le sedute di allenamento dei miei colleghi in modo da rimanere sempre aggiornato. La domenica giro per i campi di provincia a guardare partite. Mi tengo pronto, sperando che qualche club al più presto decida di avvalersi della mia esperienza. Non ho preclusioni, l'importante che mi sia presentato un progetto serio e duraturo, non legato solo ai cinque mesi che mancano da qui alla fine di questa stagione".

Nelle scorse settimane il presidente del Lucera Pitta è uscito allo scoperto dicendo di essere stato molto combattuto nella scelta che coinvolgeva lei e Teodoro Torre per sostituire l'esonerato Mancano. Purtroppo la scelta non è ricaduta su di lei, ma lo stesso Pitta ha dichiarato che mister Catalano è un professionista serio, preparato, grande conoscitore dell'eccellenza che meritava maggiore attenzione e che la scelta di Torre è stata dettato solo da una maggiore conoscenza dlell'ambiente, come si pone di fronte a queste dichiarazioni?  "Onestamente la stima e le belle parole del presidente Pitta mi fanno piacere. Anche se devo ammettere che avrei preferito che la scelta ricadesse su di me. Ritenevo Lucera, la piazza giusta dover poter lavorare con tranquillità e con un progetto basato sulla valorizzazione dei giovani, una delle componenti del calcio a cui tengo di più. Comunque mi auguro per lui che il patron della compagine dauna abbia preso la decisione giusta e che il Lucera rimanga in eccellenza".

Sezione: Il Calcio in Provincia / Data: Ven 26 novembre 2010 alle 16:30 / Fonte: Clemente Calabrese
Autore: Renato Chieppa
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