Con l’avvicendamento in panchina di Pasquale Marino e le modifiche che ha subito il sistema di gioco, i galletti sembrano finalmente aver trovato la quadra, riuscendo a collezionare – nel corso delle prime quattro apparizioni sotto la guida tecnica del mister siciliano – due vittorie e due pareggi. In una formazione che vede come titolari inamovibili la coppia di centravanti che trova i propri protagonisti in Marco Nasti e in Davide Diaw, supportati da uno splendido Giuseppe Sibilli che, agendo alle loro spalle, ha già messo a referto quattro reti in biancorosso, sono tre i calciatori al momento messi in secondo piano ma che, qualora dovessero essere sfruttati in maniera astuta dall’allenatore, potrebbero rappresentare un vero e proprio asso nella manica della rosa del Bari.
Primo tra questi nomi sicuramente Ismail Achik, che proprio subentrando a partita in corso ha trovato la sua prima rete in cadetteria, valida per il 3-3 finale sul campo di Piacenza contro la Feralpisalò. Con il tempo il marocchino potrebbe strappare ai suoi contendenti una maglia da titolare, affermandosi come punto chiave dell’attacco pugliese, ma fino ad allora – continuando a mettere piede sul terreno di gioco a partita in corso, spezzando il ritmo della gara con i suoi strappi in velocità e con il suo estro – potrebbe essere una freccia importante nell’arco di Marino.
Discorso analogo quello che potrebbe essere fatto per un Gregorio Morachioli più che mai alla ricerca di sé stesso. Arrivato nella sessione di calciomercato invernale della passata stagione, l’esterno ligure era entrato nelle grazie di Michele Mignani, che in diverse occasioni l’ha inserito nel corso della ripresa proprio ai fini di cambiare il volto alle gare in cui ha avuto bisogno di lui. Diventato, con il passare del tempo, sempre più un punto fisso dell’undici titolare, Morachioli sembrava – a inizio anno – l’uomo da cui ripartire dopo la grande delusione della passata stagione. Il classe 2000, tuttavia, ha con il tempo apparentemente perso quella varietà di opzioni di gioco che l’avevano reso centrale nel progetto biancorosso, finendo gradualmente sempre più lontano dagli schemi dei tecnici che si sono avvicendati sulla panchina del Bari. Ora, però, Morachioli potrebbe ritornare a essere una chiave di volta nelle idee di gioco di Marino, recuperando quel ruolo all’interno della rosa che l’ha reso fondamentale per i suoi.
Ultimo della lista, seppur arrivato con ben altre ambizioni nella squadra di De Laurentiis, vi è Mattia Aramu. Poco considerato da Mignani e una sola volta titolare (per una sola frazione di gioco) con il suo nuovo mister, l’ex Genoa sembra non poter trovare spazio nello schema ideato dall’allenatore ex Crotone che, nelle ultime due gare, gli ha concesso solo i pochi minuti conclusivi. Alla ricerca della giusta collocazione in campo, che nel modulo attuale – privo di esterni e con un Sibilli imprescindibile alle spalle del tandem offesivo – sembra apparentemente impossibile, Aramu potrebbe rivelarsi un’arma letale nello scacchiere di Marino che, con lui, potrebbe pensare di modificare del tutto l’assetto offensivo dei suoi, dando al Bari – nel corso del secondo tempo – un volto del tutto differente.
Con i loro ingressi in campo, un Bari che passa da un assetto fisico e aggressivo ad uno rapido e malleabile, ne gioverebbe in imprevedibilità, potendosi permettere di aggredire qualsiasi tipo di avversario.
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