Ancora una volta, il calcio ed il Bari si trovano a fare i conti con il razzismo. Durante l’ultima partita, nei minuti finali, Dorval è stato vittima di insulti razzisti, episodio che ha suscitato forte indignazione e solidarietà nei suoi confronti. Secondo quanto riportato dall’ambiente barese sin dalle prime interviste post-partita, il responsabile sarebbe stato il trequartista della Cremonese, Vázquez, che avrebbe rivolto frasi offensive all’esterno franco-algerino. Dorval, colpito da quanto accaduto, sarebbe uscito dal campo in lacrime, sostenuto dai compagni, in particolare Benali. Anche mister Longo, ha condannato l’accaduto con fermezza, mentre lo stesso Dorval, a fine partita, ha affidato il suo pensiero ai social: “Non starò mai zitto su questo genere di discorsi. La lotta continua, grazie a tutti per il vostro sostegno. È una lotta difficile, che richiederà tempo e coraggio, ma è una lotta che vinceremo!!!”. Resta ora da vedere se e quali provvedimenti verranno presi dalle autorità sportive.
E non è, purtroppo, la prima volta che Mehdi Dorval è vittima di episodi simili. Solo poche settimane fa, la partita Reggiana-Bari era stata sospesa per sette minuti nel finale del primo tempo a causa di insulti razzisti rivolti al giocatore da alcuni tifosi avversari. Una situazione che si ripete, sempre con la stessa brutalità, ma che Dorval ora promette di combattere con ancora più determinazione, non solo per sé, ma per tutti i colleghi che si trovano a subire lo stesso trattamento.
Questo perché gli insulti razzisti sono ormai all’ordine del giorno nel mondo del calcio. Guardando indietro, ci sono tanti altri episodi simili che hanno fatto discutere. Circa un anno fa le immagini televisive mostrarono Juan Jesus, difensore del Napoli, richiamare l’attenzione dell’arbitro dopo un contatto ravvicinato con Francesco Acerbi, giocatore dell’Inter. Il brasiliano indicò esplicitamente il collega nerazzurro, spiegando a chiare parole di aver ricevuto insulti razzisti. Il caso fu analizzato dal giudice sportivo, che decise di assolvere Acerbi per mancanza di prove, accogliendo la sua versione secondo cui si era trattato di un malinteso. Il difensore dell’Inter, inizialmente a rischio di una squalifica di 10 giornate, non subì alcuna sanzione. Ora, lo stesso scenario potrebbe ripetersi per Franco Vázquez, accusato di aver rivolto insulti razzisti a Mehdi Dorval. Se i fatti venissero confermati, il giocatore della Cremonese rischierebbe la stessa sanzione prevista dal regolamento.
Un altro episodio significativo di razzismo nel calcio vide protagonista Kevin-Prince Boateng nel gennaio 2013, durante un’amichevole tra Milan e Pro Patria, quando il giocatore rossonero fu bersaglio di insulti razzisti da parte di una frangia di tifosi avversari. Per tutto il primo tempo, i cori offensivi continuarono a colpire i giocatori del Milan, fino a quando, al 27’ minuto, Boateng decise di dire basta. Il centrocampista scagliò il pallone in direzione degli autori degli insulti, si tolse la maglia e abbandonò il campo accompagnato dai suoi compagni.
E poi Samuel Eto’o durante Inter-Cagliari nel 2010. Quella partita fu la prima in Serie A ad essere sospesa da un arbitro a causa di insulti razzisti. Ogni volta che l’attaccante camerunense toccava il pallone, dagli spalti si levavano ululati e cori offensivi da parte di alcuni tifosi cagliaritani. Nonostante l’interruzione, il match riprese e al 39’ minuto fu proprio Eto’o a segnare il gol del vantaggio per l’Inter. In risposta agli insulti subiti, l’attaccante esultò mimando i gesti di una scimmia, un chiaro segnale di sfida verso chi lo aveva bersagliato fino a poco prima.
Episodi simili hanno coinvolto anche Balotelli, Maignan e Kean, e non solo: ttutti vittime di insulti razzisti nel corso della loro carriera. Troppo spesso il calcio viene macchiato da questi comportamenti, che nulla hanno a che fare con lo sport. Non è accettabile che calciatori professionisti, che scendono in campo con impegno e dedizione per la propria squadra, debbano ancora subire simili attacchi. Serve una presa di posizione forte da parte delle autorità competenti, per contrastare una volta per tutte questo male del calcio, che continua a ripresentarsi con troppa frequenza.
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