Due agosto 1977, Poggio Bustone. Durante il ritiro precampionato il presidente del Bari Angelo De Palo ha un ictus e viene ricoverato d'urgenza in ospedale. De Palo morirà dopo una settimana trascorsa al Policlinico Gemelli di Roma per un'emorragia cerebrale. Nell'ambulanza che lo trasporta nella capitale viene trovata sul ricettario dei medicinali la scritta "mi raccomando al Bari". Negli ultimi istanti di lucidità De Palo era riuscito a lasciare un messaggio che simboleggiava il suo grandissimo attaccamento ai colori biancorossi. Al suo funerale, a Terlizzi, parteciperanno più di ventimila persone.
La prematura morte del Professore poneva un grosso problema riguardo il futuro della società. De Palo disponeva infatti del 92% delle quote del Bari. Gli altri due soci, Michele Mincuzzi e l'avvocato Aurelio Gironda, non avevano le risorse ne la volontà di andare avanti da soli nella gestione di un club che si accingeva a disputare il campionato di serie B. Dopo una serie di rapide consultazioni la famiglia Matarrese dà il suo assenso ad entrare in società rilevando la quota di maggioranza. A settembre diventa ufficialmente presidente del Bari un giovane imprenditore che appena un anno prima era stato eletto deputato nelle file della Dc: l'onorevole Antonio Matarrese.
Matarrese si presenta annunciando a stampa e tifosi che avrebbe fatto del Bari "la Juventus del Sud". Una dichiarazione che ancora oggi viene rinfacciata dai suoi detrattori. I risultati, infatti, sono al di sotto delle aspettative. Nonostante gli sforzi i galletti trascorrono i successivi 4 anni tra i cadetti senza riuscire a raggiungere la promozione. La squadra, forte in casa dove può contare sul sostegno di un tifo calorosissimo e debole in trasferta, non dispone della qualità necessaria per raggiungere il massimo campionato. Nella stagione '80-81 nonostante un tandem d'attacco di tutto rispetto formato dai giovani Maurizio Iorio e Aldo Serena, entrambi autori di dieci reti, il Bari si classifica all'ottavo posto, a quattro punti dalla zona retrocessione ma a ben undici punti da quella promozione.
In vista della stagione successiva la dirigenza opta per un deciso ridimensionamento dei costi. Viene data fiducia ai giovani del vivaio che, solo un anno prima, avevano vinto la Coppa Italia Primavera in una storica finale con il Milan. Alla guida di Enrico Catuzzi il Bari, partito a fari spenti, disputa un campionato strepitoso arrivando a sfiorare la serie A, persa negli scontri diretti con Sampdoria e Varese. Partite condizionate da sviste ed errori arbitrali che penalizzano in maniera decisiva il cammino dei galletti. Più d'uno maligna sul fatto che, proprio in quei giorni, Antonio Matarrese ottiene la presidenza della Lega Calcio. Fatto sta che quella squadra, ribattezzata il "Bari dei baresi" visto che era composta da molti giocatori nati e cresciuti nel capoluogo pugliese, pur non risultando vincente è tuttora ricordata come una delle migliori mai viste. Il video in basso fa riferimento alla vittoria in casa della Lazio, ottenuta grazie a un rigore trasformato da Iorio.
Vale la pena ricordare quella formazione: Fantini, M.Armenise, De Trizio, Caricola, Frappampina, Majo, Acerbis, O. Loseto, Bagnato, De Rosa, Iorio.
I buoni risultati ottenuti nell'anno in cui l'Italia vince la sua terza coppa del mondo lasciano ben sperare per il futuro. Ma dopo un campionato vissuto da protagonisti segue un inaspettato crollo. Pur mostrando a sprazzi lo stesso gioco della stagione precedente il Bari inanella una serie di risultati negativi che costano la panchina a Catuzzi. Lo sostituisce Luigi Radice che non riesce ad evitare la retrocessione in serie C. La squadra mostra delle defaillance in fase di finalizzazione dove si fa sentire l'assenza di Iorio, accasatosi alla Roma, e soprattutto sui tiri dal dischetto (ne vengono sbagliati 6 su 10). Anni dopo Vincenzo Matarrese dirà che suo fratello Antonio scoppiò a piangere una volta sancita la retrocessione. Ed è proprio Vincenzo a prendere il posto del fratello alla guida del club.
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