Estate 2008. Si riparte con le due certezze dell'anno precedente: Perinetti e Conte. Il ds biancorosso conclude un mercato di tutto rispetto acquistando 14 giocatori. Numeri che non si vedevano da anni e che stuzzicano le fantasie dei tifosi che sottoscrivono 6mila abbonamenti. Tra gli acquisti c'è anche il talentuoso attaccante brasiliano Paulo Vitor Barreto che, 3 anni prima, aveva rischiato di chiudere la carriera (e anche qualcosa in più) al San Nicola in un Bari-Treviso a causa di una brutta caduta. Vincenzo Matarrese è profetico: "Questo Barreto mi ricorda quando prendemmo Bivi e andammo in serie A". Ma Antonio Conte spegne gli entusiasmi dichiarando che l'obiettivo della società non è la promozione.
I galletti non partono male pur mostrando nelle prime partite di non riuscire a finalizzare la gran mole di occasioni prodotte. La squadra rimane saldamente in zona play-off fino a gennaio quando letteralmente decolla. Una serie di sei vittorie consecutive scatena l'entusiasmo della piazza. Il sogno promozione adesso è possibile e la società viene incontro alle richieste del mister nel mercato invernale acquistando altri 4 giocatori: gli esterni Guberti e Lanzafame, l'attaccante bielorusso Kutuzov e il centrocampista Mark Edusei. I galletti diventano uno schiacciasassi; la squadra dà spettacolo imponendo il suo gioco ovunque, sia in casa che in trasferta. L'8 maggio 2009 mentre in città si festeggia San Nicola il Livorno perde in casa con la Triestina decretando la matematica promozione dei biancorossi con quattro giornate d'anticipo. Il Bari chiude il campionato al primo posto a quota 80 punti con Barreto vicecapocannoniere con 23 reti e vince la Coppa Ali della Vittoria. La festa per il ritorno in A viene però rovinata dalle improvvise dimissioni di Conte il cui accordo di rinnovo con la dirigenza non era ancora stato formalizzato.
Ecco il nome degli undici titolari autori di quell'impresa: Gillet, A.Masiello, Esposito, Stellini, Parisi, Donda, Gazzi, Kamata, Guberti, Kutuzov, Barreto.
Perinetti, in continuità col progetto tecnico portato avanti dal tecnico salentino, chiama sulla panchina del Bari l'esperto Giampiero Ventura. Nonostante gli arrivi di giocatori di qualità come i centrocampisti Almiron e Donati, dell'esterno d'attacco Alvarez e il ritorno di Barreto sono in pochi tra gli addetti ai lavori a scommettere sulla salvezza del Bari. La retrocessione dei galletti è data a 1,50, la quota più bassa tra i 20 club di serie A. Ma già nella gara d'esordio con la super Inter di Mourinho si capisce di che pasta è fatta la squadra biancorossa. Privo di timori reverenziali il Bari gioca un'ottima partita e per poco non porta a casa l'intera posta. I pugliesi si ripetono anche nelle gare successive racimolando punti e ricevendo applausi anche dai tifosi avversari. Stupisce la difesa, per un periodo la meno battuta d'Europa, composta dagli esordienti Leonardo Bonucci e Andrea Ranocchia. Il San Nicola diventa un fortino inespugnabile con una serie di 5 vittorie consecutive tra cui un prestigioso 3-1 rifilato alla Juventus, la notte del 12 dicembre. Il girone d'andata si chiude a quota 30 punti con la squadra in piena zona Europa League.
A febbraio però, complice un calo di condizione e anche un pò di sfortuna, arrivano quattro sconfitte di fila. Segue una miniserie di dieci punti in quattro partite, alternata da altri quattro ko. Il campionato si chiude con due vittorie e un pareggio per un totale di 50 punti. Il Bari chiude al decimo posto a soli 5 punti dalla Juventus settima. A maggio la società annuncia l'addio di Perinetti, nonostante lo avesse riconfermato solo pochi mesi prima. Il ds romano viene rimpiazzato da Guido Angelozzi.
Mentre l'Italia disputa in maniera indecorosa i mondiali in Sudafrica, Angelozzi è al lavoro per riconfermare quei giocatori che hanno fatto bene la stagione precedente. Viene acquisita la comproprietà di Almiron e Barreto, riconfermati Gazzi, Donati, i due Masiello, Parisi e capitan Gillet. Il problema principale riguarda la difesa, orfana di Bonucci e Ranocchia accasatisi alla Juventus e al Genoa. Dopo cinque giornate il Bari è a metà classifica a quota 8 punti dopo aver affrontato, tralaltro, avversari di prestigio come Juventus (battuta per 1-0), Napoli e Inter. La sesta giornata i galletti sono impegnati in Liguria contro il Genoa. La partita sembra essersi messa nelle migliori condizioni: a metà secondo tempo il Bari ha appena segnato il gol dell'1-1 ed ha la possibilità di giocare i restanti 20 minuti in superiorità numerica. Ci si aspetterebbe una squadra all'attacco e invece i galletti progressivamente cedono terreno subendo il forcing dei padroni di casa concretizzatosi nel recupero nel gol di Toni. Da quella sconfitta la squadra non sarà più la stessa.
Nelle successive 11 gare il Bari racimola appena tre punti e scivola all'ultimo posto in classifica. La squadra è falcidiata da una serie di infortuni che mettono ko quasi tutti i titolari. I tifosi contestano, Ventura chiede rinforzi. A inizio gennaio arrivano il polacco Glik e l'attaccante italo-nigeriano Okaka, subito in campo nel derby col Lecce. Nella trasferta salentina i galletti, pur non disputando una grande partita, si aggiudicano l'intera posta grazie a un gol di Okaka nei minuti finali, interrompendo il digiuno di vittorie. Dopo però arrivano sei sconfitte di fila che portano alle dimissioni di Ventura. Il destino del Bari appare segnato. La società, che aveva acquistato sette giocatori nel mercato di riparazione, tessera Bortolo Mutti nella speranza di salvare quanto meno la faccia. Ma anche con il nuovo allenatore i risultati non cambiano. La sconfitta interna con la Sampdoria, il 23 aprile, certifica la matematica retrocessione in serie B. Il Lecce si prende la sua rivincita vincendo per 2-0 il derby di ritorno. La stagione, tra le peggiori nella ultracentenaria storia del club, si chiude con un inutile successo per 4-0 a Bologna. Ma presto l'attenzione di tutti sarà sarà focalizzata sull'ennesimo scandalo che scoinvolgerà il calcio italiano. Uno scandalo in cui verranno fuori i nomi di diversi calciatori e diverse partite disputate dal Bari.
La retrocessione provoca un danno economico enorme alle casse del club, con la perdita di buona parte degli incassi dervianti dalla vendita dei diritti tv e il depauperamento del valore di molti calciatori che vengono praticamente svenduti. Vanno via quasi tutti, sia perchè sgraditi alla piazza sia perchè non ci si può permettere certi ingaggi nel campionato cadetto. Il nuovo allenatore è Vincenzo Torrente che nel bienno precedente ha condotto il Gubbio dalla serie C2 alla serie B. Il Bari, profondamente rinnovato, affronta il campionato con l'obiettivo di raggiungere i play-off ma deve fare i conti con un rendimento interno molto basso. Tra le mura amiche i biancorossi ottengono appena 5 vittorie in 21 partite. Va meglio in trasferta dove Torrente quasi eguaglia il record di vittorie esterne di Conte. Ma i problemi societari si fanno sentire. Il Bari riceve sei punti di penalizzazione nel corso del torneo e deve dire addio all'obiettivo stabilito ad agosto. La salvezza arriva solo all'ultima giornata con la vittoria sul già retrocesso Gubbio. Nel frattempo si scopre che diverse partite dei campionati precedenti, compresa una dell'anno della promozione, sarebbero state oggetto di combine. Il difensore Andrea Masiello rivela, inoltre, di aver volutamente provocato un autogol nel derby perso col Lecce nel maggio del 2011. Dichiarazioni che provocheranno la retrocessione in Lega Pro del club salentino nell'agosto del 2012. Dall'esito di quei processi vengono squalificati giocatori e dirigenti mentre diverse società, per evitare penalizzazioni più pesanti, ricorrono al patteggiamento. Una pratica a cui non è estraneo neanche il Bari che sconta 5 punti di penalizzazione nel campionato 2012/13. Notizie che contribuiscono ad allontanare i tifosi dalla proprietà.
La situazione economica del club è sempre più grave. Angelozzi, nell'estate del 2012, è costretto a raschiare il fondo del barile per acquistare i rinforzi chiesti dal riconfermato Torrente. Tra prestiti e comproprietà nasce un Bari giovanissimo,zeppo di esordienti e ragazzi di belle speranze che hanno il compito di raggiungere la salvezza partendo da un pesante -5. Ci riusciranno, e alla grande anche, totalizzando sessanta punti sul campo e proponendo un gioco a tratti divertente e spettacolare. I perni di quella formazione sono i difensori goleador Ceppitelli e Dos Santos, i centrocampisti Sciaudone e Defendi, il fantasista di Barivecchia Nicola Bellomo e il bomber nonchè capitano Francesco Caputo autore di 17 reti nel corso del torneo. L'11 maggio la squadra si congeda dal pubblico del San Nicola con la vittoria per 2-1 sul Cesena festeggiando una salvezza che, viste le premesse e le difficoltà patite nel corso del campionato, ha del miracoloso.
Termina qui questo nostro lungo excursus sulla storia del Bari. Il resto, lo sapete, è storia recente: la trattativa fallita per la cessione del club al duo Montemurro-Rapullino, l'arrivo e le dimissioni lampo di Carmine Gautieri sostituito da Roberto Alberti e Nunzio Zavettieri, l'ennesimo mercato al risparmio al quale è costretto Angelozzi, la contestazione dei tifosi verso la proprietà, il cammino dei galletti verso la salvezza, la crisi societaria che si aggrava fino ad arrivare al fallimento il 10 marzo 2014.
Si apre adesso un nuovo percorso nella storia del club biancorosso. Un percorso che, ci auguriamo, sia più ricco di soddisfazioni di quello che si è appena concluso.
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