Estate 1995. Al ds Regalia spetta un compito non facile. Trovare i degni sostituti di Amoruso e Bigica, ceduti alla Fiorentina, e soprattutto un attaccante che non faccia rimpiangere Tovalieri, passato all'Atalanta. Si guarda al mercato estero: arrivano lo stopper portoghese Abel Xavier e il possente attaccante svedese Kenneth Andersson. Ma le assenze dei giocatori che erano stati i perni del Bari degli ultimi anni si fanno sentire, soprattutto in difesa. La squadra di Materazzi subisce troppi gol. Non bastano le marcature di Igor Protti, subito in vetta alla classifica cannonieri, per sopperire alle lacune del reparto arretrato. Dopo cinque sconfitte consecutive Materazzi salta. Al suo posto arriva Eugenio Fascetti, sgradito alla piazza per alcune dichiarazioni provocatorie nei confronti della società e dei tifosi ai tempi in cui allenava il Lecce. Nonostante l'impegno ed una rimonta durata praticamente tutto il girone di ritorno i galletti devono arrendersi al verdetto finale: si torna in B. L'unica consolazione è il primo posto nella classifica cannonieri di Protti, giunto a quota 24 reti assieme a Beppe Signori. Mai nella storia una squadra era retrocessa con il capocannoniere del torneo. Ma a Bari succede questo ed altro.
L'anno dopo si tenta di risalire subito nel massimo campionato, in previsione anche dei Giochi del Mediterraneo che si sarebbero disputati in Puglia nel giugno del 1997. Fascetti, confermato dai Matarrese sulla panchina biancorossa, continua la sua guerra privata con i tifosi, e in molti casi, con i giornalisti locali. Il Bari parte lentamente collezionando una miriade di pareggi che lo tengono a distanza dalle prime posizioni. L'assurda sconfitta interna nel derby col Foggia fa precipitare la situazione. Nelle gare successive gli ultras, in polemica con tecnico e società, lasciano vuota la curva nord. Privi del sostegno del pubblico, i pugliesi sbandano collezionando una serie di tre sconfitte consecutive. Stampa e tifosi chiedono a gran voce l'esonero di Fascetti ma Vincenzo Matarrese, sorprendendo tutti, decide di rinnovare la fiducia al mister viareggino. La mossa si rivela vincente. Il 5 aprile il Bari si aggiudica il derby contro il lanciatissimo Lecce di Giampiero Ventura. Da quel momento i galletti diventano invincibili collezionando 24 punti (7 vittorie e 3 pareggi) nelle ultime 10 partite. Un bottino strepitoso che permette il ritorno in serie A. Tuttavia i rapporti tra Fascetti e la città rimarranno sempre tesi.
Comincia per il Bari uno dei periodi più belli della sua storia. Per tre anni consecutivi la squadra del capoluogo pugliese conquista la salvezza. Il 4-4-2 impostato da Fascetti (che raggiunge il record di 190 panchine) è poco spettacolare ma molto efficace. I galletti, quando sono in giornata, mettono in difficoltà chiunque: Juventus, Milan, Lazio, Roma ma è soprattutto l'Inter a soffrire le ripartenze dei biancorossi. Vengono lanciati giocatori rimasti in pianta stabile in serie A come Sala, De Ascentis, Ventola, Zambrotta, Marcolini, Bressan, Ferrari, Perrotta, Daniel Andersson. Rocciosa anche la difesa composta da gente come il portiere Mancini (soprannominato "The Wall", il muro), il terzino Garzya, il libero De Rosa, gli stopper Neqrouz e Innocenti. In attacco il tandem Masinga-Osmanovski, supportati dal giovane Spinesi fa della velocità la sua arma vincente.
Eppure i tifosi non sono soddisfatti. C'è una costante negativa in tutte e tre le stagioni prese in considerazione. Nel mese di febbraio la squadra incappa in una serie di sconfitte che ne determinano la discesa da posizioni di medio-alta classifica in zona salvezza. C'è chi maligna che si tratta di stop volti a tarpare le ali ad un Bari che, almeno nella stagione '98-99, sembra avere tutte le carte in regola per lottare per un piazzamento Uefa. L'incredibile sconfitta di Venezia con quel gol di Tuta arrivato in pieno recupero è un boccone difficile da digerire. Nell'estate del 1999 si potrebbe tentare il salto in Europa giocando l''Intertoto ma Vincenzo Matarrese declina l'invito. "Entreremo in Uefa dalla porta principale" dichiara; non ci arriverà mai più così vicino.
L'anno si chiude con una vittoria in notturna contro l'Inter. Autori delle due bellissime reti con i cui i galletti stendono i nerazzurri sono due giovani di 17 e 18 anni che Fascetti ha portato in prima squadra dalla Primavera: il nigeriano Hugo Ennyinaya e Antonio Cassano, barese doc. Ma anche con due talenti in rampa di lancio come questi due giocatori, prodotti del florido vivaio biancorosso (che in quegli anni vincerà il Torneo di Viareggio, la Coppa Italia e lo Scudetto Primavera), la salvezza arriva solo alla penultima giornata. Emblematico lo striscione comparso in curva nord nella gara con il Bologna, ultima di campionato: "La città merita ben più di una salvezza...Noi vogliamo un grande Bari".
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