Una bandiera biancorossa. Si può definire senz’altro così Arduino Sigarini, in Puglia per 6 anni, dal 1972 al 1978. Per lui, in riva all’Adriatico, ben 185 presenze in campionato, in un percorso che partì con Carlo Regalia in panchina, durante la presidenza del Prof. De Palo: “Il primo anno, arrivammo in 6 o 7 giocatori, giovani, presi tutti dalla serie C. Facemmo una gran bella annata, specie nel girone d’andata, poi ci fu una flessione, dovuta forse anche all’inesperienza. Comunque ci salvammo bene, togliendoci delle soddisfazioni. Ricordo quando Italo Florio, in una partita casalinga contro l’Arezzo, dopo essere stato malmenato per tutta la gara da un difensore avversario, per dileggio lo dribblò due o tre volte, e poi si sedette sul pallone, guardandolo in segno di sfida. Quanto a me, al mio primo campionato in B, riuscì a siglare 6 gol e ad essere, insieme a Casarsa, il capocannoniere della squadra, pur giocando da mezzala.”
L’anno successivo arrivò, invece, l’inopinata retrocessione in terza serie: “Quella rosa venne smembrata, con le cessioni di Ardemagni, Dalle Vedove e Butti. Purtroppo gli acquisti, a parte Scarrone, non si rivelarono dello stesso livello sul piano qualitativo. Rammento che, tornato a casa dal ritiro, prima che iniziasse la stagione, dissi a mia moglie che saremmo retrocessi. E purtroppo fu così, in un’annata di sofferenza, terminata come avevo previsto. Ci vollero tre stagioni in C, per risalire. Allora, veniva promossa solo la capolista. Il primo anno, incrociammo il Catania, che finì per sopravanzarci in graduatoria, per un punto, a causa di un nostro pareggio contro il Marsala, quando subimmo un gol assurdo. La punta avversaria segnò colpendo il pallone con la pancia. Il secondo anno, pur cambiando tre allenatori, finimmo terzi, superati in classifica dal Lecce, che venne promosso, e dal Benevento.”
Finalmente, al terzo tentativo, arrivò l’agognato salto in cadetteria: “Vincemmo, con Losi in panchina, anche se la Paganese ci dette filo da torcere fino a 4-5 domeniche dalla fine. C’era da sudare ogni settimana, ogni match era una battaglia. Mentre preparavamo la nuova stagione, in ritiro, il Prof. De Palo venne a mancare. Era una persona stupenda, di una classe che non ho mai più ritrovato in nessuno. L’ho visto arrabbiato solo una volta, in tanti anni, quando perdemmo in casa con l’Alcamo. Ci sconfissero 1-0, sfruttando un contropiede, dopo che per 90 minuti li avevamo assediati. Non riuscimmo a recuperare, ed il presidente non la prese bene. In ogni caso, era un vero signore, sempre pronto ad incoraggiarci. Arrivarono, quindi, i Matarrese, e noi conquistammo la salvezza in B.”
Il settantunenne dimostra di essere ancora legato ai galletti, pur ammettendo di non riuscire a seguire con costanza le gare del club dei De Laurentiis: “Quando ho saputo del fallimento, son rimasto veramente male. Non mi aspettavo che una persona potesse prendere la mia società, perché tale la considero ancora oggi, e riuscisse a portarla nel baratro. Qualche anno prima, partecipai anche io, con la mia foto sui social, alla famosa campagna “Comprate la Bari”, per cercare acquirenti. Adesso, per fortuna, c’è una proprietà forte, non ci sono problemi. Ora si deve solo tornare nelle categorie maggiori, dobbiamo vincere questa serie C.”
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