Era il 14 marzo del 2009. Al San Nicola si giocava Bari-Avellino, match valido per la nona giornata di ritorno. Era il Bari di Antonio Conte. Allo stadio c’erano 25 mila persone. Dagli spalti si levava forte e chiaro un coro: “Avellino, vi mandiamo in C!”. Nulla di più profetico: gli irpini chiusero la stagione in penultima posizione, subendo la condanna della Serie C. I galletti chiusero al primo posto, dominando un campionato che non li vedeva favoriti e regalando alla città la promozione nella massima serie. La partita in questione fu poco più di una formalità per i ragazzi di Conte: all’8’ Barreto aveva già firmato una doppietta, al 40’ del secondo tempo chiuse i conti Ciccio Caputo.

Storia di una rivalità nata per vie indirette: il Bari è legato da un gemellaggio molto forte alla Salernitana, l’Avellino, invece, annovera tra i suoi acerrimi rivali proprio i granata. Le sfide tra le due campane sono state da sempre molto sentite, tanto che i tifosi della Salernitana hanno più volte esposto per gli stadi d’Italia uno striscione recante la scritta: “Che l'Italia lo sappia, Breda al 76’". Il riferimento è al gol di Breda che consentì alla squadra di battere per la prima volta i lupi nella loro tana.

Così si torna ad Avellino-Bari. I tifosi dei campani, da quel lontano 2009, non hanno ancora dimenticato lo scherno dei sostenitori biancorossi e il comunicato diramato qualche giorno fa dai Green Wolf di Lioni, uno dei gruppi più importanti della tifoseria irpina, lascia poco spazio all’immaginazione: “Ancora oggi suona nelle orecchie di molti quel gemellaggio in curva fra Bari e Salernitana, contro di noi allo stadio San Nicola. Quel grido continuo VI MANDEREMO IN SERIE C ancora non si dimentica e la ferita e ancora aperta”.

Il guanto di sfida è stato lanciato: per i biancorossi l’orgoglio irpino ferito costituirà una difficoltà in più, ma… mai dare per concluso il canto del galletto!

Sezione: Focus / Data: Ven 04 ottobre 2013 alle 12:00
Autore: Gianluca Lippolis / Twitter: @GianlucaLippoli
vedi letture
Print