Nel Bari sin da ragazzino, con nel cuore la speranza di essere importante per i colori biancorossi. Questa la parabola nei galletti di Francesco Grandolfo, oggi ventottenne, che in riva all’Adriatico ha compiuto tutta la trafila nelle giovanili, prima di esordire nel grande calcio nel 2011, mettendo a segno una tripletta all’ultima giornata contro il Bologna, in quelli che restano a tutt’oggi gli ultimi novanta minuti dei pugliesi nel massimo campionato: “Giocai 3 match, quell’anno. Segnare con questi colori in massima serie è stata un’emozione unica, quella con i felsinei resta la più bella gara della mia carriera. Quando entrai nelle giovanili ero davvero molto giovane, arrivare in prima squadra è stata una gioia immensa.”

L’attaccante, unico giocatore della storia barese a realizzare tre gol in trasferta nello stesso incontro in A, dopo una fugace esperienza al Chievo, dove collezionò solo due apparizioni, tornò nel capoluogo pugliese nell’estate 2012, mettendo insieme solo 6 spezzoni nella compagine guidata allora da Torrente: “Andai via a gennaio, perché mi venne dato pochissimo spazio. Penso che mi abbia danneggiato, in qualche modo, l’aver fatto parte del Bari in un momento molto difficile della sua storia, tra risultati non soddisfacenti in campo e calcio-scommesse. Ritengo che non mi sia stata data, senza motivo, la possibilità di giocarmi le mie carte, in quella stagione di B. Accettai l’offerta del Tritium, in Lega Pro, perché volevo maggior minutaggio.”

Sezione: Amarcord / Data: Mar 01 settembre 2020 alle 00:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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