Palmiro Di Dio, 35 anni, è stato difensore centrale del Bari nel 2007-’08, in B, nell’annata che vide alternarsi, sulla panchina dei galletti, Beppe Materazzi, fino ad uno sciagurato derby natalizio contro il Lecce, e poi Antonio Conte, che condusse i biancorossi alla salvezza. L’ex giocatore, che ora ha appeso gli scarpini al chiodo, per dedicarsi inizialmente alla mansione di allenatore, nel Freienbach, nella quinta serie svizzera, adesso punta ad un futuro da commercialista, sempre in terra elvetica.

Ma i primi passi, nel mondo del calcio, il trentacinquenne beneventano li ha mossi proprio in riva all’Adriatico: “Iniziai il mio percorso negli Allievi nazionali, proprio nella società dei Matarrese, per poi cambiare parecchie maglie negli anni seguenti.”

Fu l’inizio di una carriera che lo ha visto, tra le altre, vestire le casacche di Ternana e, in massima serie, della Reggina dei miracoli di Mazzarri, capace di salvarsi nonostante una pesante penalizzazione: “Ero sotto contratto con i rossoverdi, quando arrivò la chiamata dei galletti. Mi presero in prestito secco. All’inizio, ebbi qualche difficoltà, giocai poco. Ebbi una chance importante, contro il Cesena, vincemmo la partita ed io mi conquistai il posto da titolare. Feci anche un gol, in una sfortunata sconfitta casalinga con il Chievo, all’esordio di Conte al S. Nicola. Poi mi infortunai e la mia stagione terminò anzitempo.”

Proprio il tecnico salentino, all’epoca alle prime armi come allenatore, avrebbe poi spiccato il volo: “Il mister è un grande, sapevo che avrebbe fatto bene, in panchina. Bari è una città stupenda, che merita un grande futuro, sul piano calcistico. Sono convinto che i De Laurentiis possano riuscire a riportare questi colori in cadetteria già quest’anno. Ma la Ternana sarà un osso duro fino alla fine.”

Sezione: Amarcord / Data: Mar 05 gennaio 2021 alle 23:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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