Di questi tempi, 14 anni fa, Aurelio De Laurentiis si presentava sulla scena italiana come un produttore cinematografico di grande successo e nulla più. I successi legati al Cinepanettone, un cult per tutti gli italiani a partire dalla fine degli anni '80 sino agli inizi del 2000, avevano reso l’imprenditore romano uno delle personalità di spicco della cinematografia italiana e, nessuno mai, avrebbe ipotizzato un ingresso nel mondo del calcio in grande stile.
La scena si ribalta nella caldissima estate del 2004: dopo il caos legato al fallimento del Napoli fa irruzione sulla scena, con un colpo da cinema, Aurelio De Laurentiis. L’offerta presentata spiazzò tutti e sbaragliò la concorrenza: 31 milioni cash per prelevare una squadra nel baratro e farla ripartire dalla Serie C.
Il resto è storia nota a tutti: i 60mila del San Paolo all’esordio col Cittadella, la doppia risalita dopo un primo anno a vuoto e, soprattutto, un miracolo chiamato Napoli. Trattasi di miracolo perché, eccezion fatta per la parentesi targata Diego Armando Maradona, il Napoli mai aveva vissuto così tante stagioni ai vertici del calcio italiano. ADL, entrato nel calcio in punta di piedi ed affidandosi a persone esperte per i primi anni, vedi Pierpaolo Marino, inizialmente Ventura e poi Reja (possibile uomo anche al Bari) nel corso del tempo è diventato uno degli esponenti di spicco della Lega Calcio; un rivoluzionario, un visionario, spesso un sognatore e frequentemente al centro dell’attenzione per uscite colorite e dichiarazioni focose ma, soprattutto, una persona dall’elevata capacità imprenditoriale che ha riportato una piazza storica come Napoli a sognare a distanza di 30 anni.
Il miracolo di De Laurentiis, oltre che sportivo, è soprattutto economico: ad oggi il Napoli è, in meno di 15 anni dal fallimento, il 20° club più ricco al mondo con un valore che sfiora i 470 milioni di dollari. Un miracolo se si pensa agli inizi, senza strutture e “senza palloni”, come spesso e volentieri rammenta ADL in momenti di sfogo. Una garanzia economica e sportiva: nell’era ADL il Napoli ha accresciuto esponenzialmente il proprio valore in ambito europeo, portando all’ombra del Vesuvio calciatori di elevata caratura tecnica e di fama mondiale.
Ed il Bari? L’acquisto di quella che sarà la SSC Bari è un capolavoro imprenditoriale e, per la città, una certezza sportiva. Dopo anni di limbo e stagioni passate a cercare di capire il futuro della società biancorossa, i baresi potranno dormire sonni tranquilli. De Laurentiis, arricchitosi di 14 anni d’esperienza nel mondo del calcio, punterà ad una rapida risalita e ad una repentina crescita economica. Così come fatto col Napoli, ADL proverà a riportare un grande calcio in una città che da troppo viene bistrattata. È presto per parlare di prospettive future, casi di multiproprietà ed eventuali conflitti d’interessi: la certezza è che, inevitabilmente, si andrà a creare un doppio filo solidissimo tra Bari e Napoli: i due poli più attivi del Sud Italia saranno in stretta correlazione economica e tecnica in un progetto che, ora, vede il Sud calcistico nelle mani di De Laurentiis. Una nuova pellicola è pronta per essere messa sul mercato: ciak, si gira!
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