Ore 16.22 del 3 aprile. Festa pazzesca a Bari e sugli spalti del Francioni di Latina: il triplice fischio a Catanzaro con il Monterosi corsaro per 2-1 ha di fatto consegnato la Serie B ai biancorossi, che non dovevano perdere per approdare in cadetteria. Quella gara i galletti in ogni caso la vinsero, guadagnandosi una giornata pazzesca condita da entusiasmo e felicità culminata solo alle 3 di notte. Tutto merito allora dei laziali e del suo capitano, Rocco Costantino, autore del gol del momentaneo vantaggio del Monterosi. L'ex Bari ha raccontato in esclusiva ai nostri microfoni le emozioni di quelle ore.
Costantino, il suo nome resterà nei ricordi dei tifosi baresi. Che sensazione prova ad essere parte di questa promozione?
“In realtà mi sento parte del risultato straordinario che il Monterosi Tuscia ha raggiunto in campionato insieme ai miei compagni. Poi quel gol ha fatto sì che la bacheca dei miei social fosse invasa e sommersa dall'affetto dei tifosi baresi, affetto che non è mai mancato anche in precedenza e che mi ha fatto capire che comunque ho lasciato un bel ricordo nel periodo in cui ho vestito la maglia dei galletti”.
Annata sfortunata conclusa con la finale playoff persa. Quanto è stata dura da accettare?
“Ho guardato la partita con il Latina ed ero felice per il Bari. Ero felice per tutti i miei ex compagni con cui ho condiviso quel poco tempo a Bari e con cui ho condiviso, purtroppo, la finale persa. So bene quanto sia dura da digerire e probabilmente per me lo è stato ancora di più, visto che ne ho perse due di fila con la Triestina e il Bari”.
Che differenze ha trovato tra il suo Bari e quello che quest'anno ha dominato il campionato?
“Il Bari di quest’anno ha avuto molta più continuità, nonostante anche durante il mio anno ce ne fosse stata. Allora subentrò il Covid, fu cambiato il regolamento dei playoff. Mignani quest'anno ha trovato la quadra giusta, gestendo al meglio un gruppo di grandi calciatori. È una qualità che hanno i grandi allenatori, aspetto non scontato. Poi i momenti difficili sono stati gestiti al meglio. Questi due aspetti su tutti hanno prevalso all'interno della grande stagione del Bari”.
Da attaccante ritiene che la carta vincente del Bari sia stata la solidità difensiva?
“È stato sicuramente un aspetto fondamentale. Essendo stato allenato lo scorso anno da Mignani, so che è uno molto meticoloso sull’organizzazione della squadra in campo, oltre che della solidità difensiva. Questi due fattori in campo hanno fatto sì che il Bari vincesse il campionato”.
C'è qualche suo compagno che ha visto cresciuto?
“Maita sicuramente è cresciuto tantissimo, ha fatto una grande stagione. Era già forte due anni fa e pure l’anno scorso l’ho visto migliorato. Ma ritengo che quest’anno abbia fatto qualcosa di straordinario. L’ho sentito recentemente e sono davvero felice della sua crescita”.
Di Cesare è indeciso se continuare o smettere. Che si sente di consigliargli avendolo affrontato fino a poco tempo fa?
“Io non sono nessuno per consigliare Valerio perché la sua carriera parla da sola. Ho avuto la fortuna di giocarci insieme e vivere lo spogliatoio con lui. È uno molto carismatico, che sotto questo aspetto mi ha dato e insegnato tanto. Spero per lui che continui, trasmette emozione soltanto a vederlo. Sarei contento se lui continuasse a giocare e ritengo che il ritorno in B sia un premio per lui. Ha fatto tempo fa una scelta che non tutti fanno e ora è giusto che si goda anche la Serie B”.
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