Un 2019 di rilancio per la città del pallone, tornata a respirare calcio vero. Gioiosa per la prima promozione dell'era De Laurentiis, poi messa nuovamente di fronte alle difficoltà di una contesa dura e agguerrita, che un cambio di panchina ha provocato, e un duro duello - con la Reggina - ha prospettato. Quello che si chiude è stato un anno a tutto gas per il Bari, in cui non son mancate gesta ed emozioni. Tanti i protagonisti.

Rinnovati i calciatori in campo: le due rose a cavallo tra la stagione scorsa e quella in corso hanno presentato del resto differenze marcate, ma auspici di vittoria similari. Un via vai di tesserati, con un anello di congiunzione chiaro e ben identificato nella proprietà ambiziosa e appassionata, governata da Luigi De Laurentiis. Il presidente biancorosso (accompagnato dal diligente lavoro di Scala, sul finire dell'anno promosso diesse) ha centrato l'obiettivo Serie C, poi al primo salto si è scontrato con le prime scelte non banali. Carattere deciso e occhio brillante ne hanno caratterizzato l'operato. Il maggiore dei figli di Aurelio De Laurentiis ha mantenuto costante la sua narrazione, non sottraendosi a spiegazioni e presenzialismi in tutte le occasioni - felici e non - il cammino gli ha messo di fronte. Il momento più difficile a fine settembre, quando la conferma di Cornacchini - che già in estate aveva diviso l'opinione pubblica - è sfociata in un dietrofront inevitabile, dettato da risultati inequivocabili.

Cornacchini ha fallito lo step successivo. Il tecnico, a cui vanno riconosciuti i meriti della conquista di una promozione, non ha bissato il grip della stagione precedente. La caduta della sua posizione, per la verità mai troppo salda nell'immaginario dei tifosi, è stata certamente tra le parabole sportivamente più crudeli di questo 2019 biancorosso.

Bene il suo successore. Vivarini è entrato con decisione nella psicologia di squadra e piazza: calcio propositivo, voglia di attaccare e non accontentarsi dei punteggi hanno dato, nelle intenzioni e nei risultati, nuovo spirito al Bari.

Poi i calciatori. Un goleador su tutti, il più trasversale: Simeri. Il bomber campano ha segnato in D e si è ripetuto nei primi mesi del campionato di C. Una cresta riconoscibilissima sui terreni di gioco in cui il Bari ha imperversato in quest'anno solare. Premio alla generosità di un cannoniere abituato a battagliare. ll nuovo eroe porta invece il nome di Mirco Antenucci: il calciatore per distacco più intrigante espresso dal 2019 biancorosso. Colpi importanti, tanti gol, la sensazione di esser chiaramente di fronte ad un autentico lusso.

Lo era fino a qualche mese fa pure Floriano, finito oggi nel dimenticatoio. Un 2019 a due volti quello dell'ex Foggia: trascinatore fino a maggio (assieme a Franco Brienza, ora ambasciatore biancorosso dopo aver appeso in estate le scarpe al chiodo non senza rammarico), si è dovuto progressivamente accontentare di un ruolo marginale, ma resta tra i volti più appassionanti del 2019 con le sue sgroppate e quei binocoli rimasti a metà nel raggio d'orizzonte avanti a sé.

Come non citare, infine, Valerio Di Cesare e Zaccaria Hamlili: eroi della rinascita, certezze anche nel nuovo Bari. Il capitano, in particolare, ha centrato traguardi personali (400 presenze tra i professionisti, 100 con la maglia del Bari). Per lui quest'anno non son mancati proprio i motivi di festeggiamento. La speranza è che i prossimi coincidano con la seconda promozione a Bari nel giro di dodici mesi.

Sezione: Focus / Data: Dom 29 dicembre 2019 alle 10:00
Autore: Davide Giangaspero
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