Ha fatto fagotto in quattro e quattr'otto, spostando armi e bagagli dal mare Adriatico a quello Ligure. Alessandro Marotta (25) è un nuovo giocatore dello Spezia, dopo aver indossato la maglia n°28 del Bari fino al giro di boa di questo campionato di Serie B.
In esclusiva per Tmw spiega le trame del suo trasferimento, perché "ero contentissimo di giocare per il Bari, io sono uno di cuore e davo l'anima in campo, sono convinto che con me i gol sarebbero arrivati".
Appunto, facciamo un passo indietro. L'estate scorsa hai vestito il biancorosso dopo un prestito infinito, avevi la fiducia di mister Torrente, un buon contratto. Poi con l'anno nuovo la cessione improvvisa, perché? "Con il rientro di Kutuzov (31) e Castillo (36) mi hanno detto che avrei potuto trovare poco spazio per giocare. Io non amo stare fuori perché ho sempre giocato, perciò ho deciso di accettare la proposta dello Spezia. La società era d'accordo perché i liguri hanno fatto un'ottima offerta, credo che sia andata bene per me e soprattutto per loro".
Nella tua decisione di partire quanto hanno influito i fischi incassati nelle ultime uscite? "Zero, non hanno influito. I fischi fanno parte del gioco. Sono capitato a Bari non nel momento migliore. I tifosi sono in contestazione con la società, e uno stadio così grande è sempre vuoto. Non nascondo però che mi sia dispiaciuto andar via, perché mi trovavo bene a Bari, mi rimarrà un ottimo ricordo. Magari non sarà un addio, perché non sono tutto dello Spezia, sono in prestito con il diritto di riscatto, un giorno ci potremo rincontrare".
Pensare che all'inizio della stagione avevi ricevuto molto credito dall'ambiente. "Io so che sia la squadra sia io non siamo andati bene, non c'è bisogno che me lo dicano da fuori. Mi dispiace non aver soddisfatto le aspettative dell'ambiente ma anche le mie, spero che in un eventuale futuro a Bari di dimostrare, come ho sempre fatto, le mie qualità e quello che so fare. Ringrazio i tifosi che mi hanno dimostrato affetto, perché nel contempo ci sono stati tanti altri che sono stati contenti della mia cessione".
Hai vissuto anche delle incomprensioni tattiche con l'allenatore? "Non abbiamo dimostrato un gran gioco, immagino che lo sappia anche Torrente che è una persona intelligente. Lui credo volesse dimostrare tutt'altro, il Bari non ha espresso quello che lui voleva, abbiamo fatto fatica a creare gioco, l'hanno visto tutti. Mi sono trovato spesso solo davanti, a rincorrere gli avversari magari inutilmente. Ho speso troppo correndo, rendendo meno a livello realizzativo".
Un centravanti dovrebbe prevalentemente giocare in area. "Non voglio scuse, non sono abituato. Io dico quello che la gente ha visto. Si faceva fatica a far gol e a creare trame di gioco. Ma non è perché la squadra sia scarsa, ci sono stati piccoli incidenti che hanno minato il nostro percorso".
Vi hanno condizionato i problemi societari? "No, la società è stata brava in questo. Se ci sono problemi noi non lo sappiamo, ho visto sempre un'ottima organizzazione, seri professionisti, non c'è mai mancato niente".
Dove potrà arrivare l'attuale Bari? "Per i giocatori che ci sono è una squadra da play off. I nomi però non fanno tutto. Se il Bari farà quello che chiede l'allenatore, giocando bene come ha fatto nelle ultime partite, raggiungerà tranquillamente i play off. Il Bari è forte."
Il tuo bilancio dei mesi baresi è positivo? "Sono obiettivo e dico di no. Speravo di fare meglio e segnare di più. Il Bari mi aveva preso per far gol ma non è andata così. Confesso che mi dispiace davvero tanto. Credo però che non fossi io il problema del Bari. Ho dimostrato sempre una attaccamento alla maglia, mi sono fatto in quattro per quei colori, ma i gol non arrivavano. Magari con un po' più di calma sarebbero arrivati visto che ne ho sempre fatti. Non si tratta della categoria, sono ancora giovane, ho sì avuto spazio nel Bari ma un po' di problematicità poteva starci, anche perché eravamo in tanti a non trovare la via del gol, non ero l'unico attaccante a trovare difficoltà".
Non un problema di categoria quindi, come ipotizzato da qualcuno. "È normale che se un attaccante non segni venga tirata in ballo la questione della categoria. Nel giudizio sono penalizzato dal fatto di aver giocato in serie minori. Io ho raggiunto la serie B con merito, ero lì perché me l'ero sudata".
Il tuo presente: ti volevano Benevento e Gubbio ma hai scelto Spezia. Come mai? "Sono appena arrivato e sembra tutt'altro che Lega Pro. C'è un'organizzazione stupefacente, una squadra forte che già potrebbe tranquillamente giocare in B, hanno progetti per il futuro. Il presidente vuole fare calcio ed è una persona seria. Ho accettato Spezia perché sono quasi sicuro che andremo in B. Qualora lo Spezia volesse riscattarmi sono convito che potrei nuovamente giocare la B, e voglio togliermi soddisfazioni in quella categoria".
Che obiettivo ti ha dato la società? "Siamo a cinque punti dalla prima, l'obiettivo è salire in B. Non so se arriveremo primi, se dovessimo fare i play off faremo di tutto per vincerli".
Come ti sembra il gruppo bianconero? "Veramente positivo, si respira aria buona. Tutti quanti vogliono raggiungere l'obiettivo, si sta bene, i nuovi che stanno arrivando vorranno ricambiare tutta questa bontà che ci circonda. Si può fare un calcio serio in una piazza del genere".
Ti sei posto una quota gol? "Non me la sono mai posta. Spero di farne tanti, se non dovessi farne proverò a dare il massimo per la causa comune".
Cosa senti di poter dire ai tuoi vecchi e nuovi tifosi? "Ringrazio i baresi per quel poco tempo passato assieme. Io e la mia famiglia siamo stati benissimo, Bari è una città stupenda, che vive di calcio. Sono stato accolto nel migliore dei modi, mi dispiace perché si poteva fare meglio, speriamo che un giorno possa far ricredere tutti. Agli spezzini dico che amo vincere, ho scelto questi colori perché hanno fame come me e farò di tutto per saziare questo loro desiderio".
Autore: Redazione TuttoBari
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