Valerio Majo, centrocampista dei galletti dal 1981 al 1983, è stato tra i protagonisti dell'epopea del cosiddetto "Bari dei baresi", la squadra infarcita di giocatori originari del capoluogo pugliese in grado di sfiorare la promozione in A con Catuzzi in panchina.

 ​​​​​In esclusiva ai nostri microfoni, Majo ha ricordato con queste parole l'allenatore, scomparso il 28 novembre 2006: "Enrico ha lasciato una traccia indelebile nella storia del calcio italiano. Tatticamente, era un rivoluzionario. Lo conobbi durante la comune esperienza a Palermo. Fu proprio lui a convincermi ad accettare il Bari. Ero in A, col Catanzaro, e sposai la causa biancorossa. In effetti, quel Bari era davvero un bel mix tra giovani, come Loseto e De Trizio, e gente più esperta, come me, Iorio ed Acerbis. Resto convinto che, senza i torti arbitrali subiti a Pisa e Varese, avremmo potuto centrare la A."

Molto peggio andò, invece, l'anno dopo, con un'inaspettata retrocessione in C"Partimmo bene, battendo in Coppa Italia Inter ed Udinese. Proprio queste vittorie iniziali furono la nostra rovina. Regalia, allora direttore sportivo, fece alcuni errori sul mercato, come la cessione di Iorio. Ci fu, probabilmente, un peccato di presunzione. Venne smantellata una compagine che, qualche mese prima, giocava a memoria. Ed a nulla servì il tardivo arrivo di Radice, al posto proprio di Catuzzi".

Sezione: Amarcord / Data: Mar 09 novembre 2021 alle 13:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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