Il calciomercato, per gli appassionati, si rivela spesso un periodo ricco di soddisfazioni, quando la propria squadra riesce a rinforzarsi a dovere e, di conseguenza, a far sognare i propri sostenitori. Però, spesso e volentieri alcuni acquisti di calciatori si rivelano nulla più che fake news, e non portano alla tanto sospirata firma sul contratto. Di seguito, dieci giocatori accostati al Bari negli anni passati. Che, purtroppo, non sono mai arrivati.
SEBASTIAN GIOVINCO - La “Formica atomica”, nell’estate 2010, fu il sogno proibito dei tifosi baresi. La trattativa con il direttore sportivo dei galletti, Guido Angelozzi, però, non decollò, perché, dopo un lungo tira e molla, il trequartista, allora della Juve, scelse di vestire la maglia del Parma. Nel corso dello scontro diretto al "S. Nicola", in campionato, a causa di questa decisione il centrocampista venne fischiato dai supporters biancorossi. Al termine di quella stagione, il club dei Matarrese finì sciaguratamente in serie B.
ALVARO RECOBA - Correva l’anno 1998, ed il club si privava dell’idolo di casa Nicola Ventola, cedendo alla corte dell’Inter e dei suoi miliardi. In cambio, secondo l’accordo originario tra le due società, in riva all’Adriatico doveva arrivare il “Chino” Alvaro Recoba, ma il talentuoso uruguaiano fece il gran rifiuto, per restare in Lombardia. Il problema fu che, a gennaio, l’attaccante si accasò al Venezia, sempre a titolo temporaneo. Con la casacca dei lagunari, per lui, 10 reti in 19 presenze. Per il Bari, nonostante la salvezza comunque conquistata, rimase il dubbio che, con Recoba in squadra, si sarebbe potuto puntare all’Europa.
GHEORGHE HAGI - Il rumeno, all’epoca stella del Real Madrid, rischiò di arrivare in riva all’Adriatico nel 1991. Un primo abboccamento vi fu durante l’estate, quando l’inglese Platt, che poi vestì davvero la casacca barese, tergiversava sul trasferimento. Un secondo approccio ebbe luogo, da parte della società, quando, a settembre, l’infortunio di Joao Paulo liberò il posto in lista per uno straniero. Alla fine, arrivò Boban, che in Puglia contrasse l’epatite. Ed una compagine costruita con ambizioni europee, retrocesse in cadetteria.
GEORGE WEAH - Stesso anno, 1991, e stesso destino. Un Bari in cattive acque, cercò di piazzare il colpo in attacco, lasciando andar via Farina, arrivato dall’Australia con credenziali da bomber, ma ancora a secco in campionato. Al suo posto, Boniek chiese uno tra Weah, allora al Monaco, in Francia, e Zamorano, giovane punta cilena di belle speranze. Arrivarono l’attaccante Brogi dal Monza, ed il terzino Jarni dall’Hajduk Spalato. Non bastò, per la permanenza in massima serie.
AXEL WITSEL - Il mediano, oggi al Borussia Dortmund, fu molto vicino all’approdo in riva all’Adriatico quando il direttore sportivo Giorgio Perinetti, alla ricerca di prospetti in grado di rinforzare l’organico a disposizione di mister Ventura, puntò su di lui e sul suo collega di reparto Nzonzi, poi giunto in Italia qualche anno più tardi, alla Roma. La proprietà, però, non accettò di investire sui due centrocampisti proposti dal dirigente, virando su altri obiettivi.
RHODOLFO - Difensore carioca accostato al Bari nel 2010, insieme al suo collega e compatriota Danilo, oggi al Bologna. Il d.s. Angelozzi trattò l’acquisto del suo cartellino per poco più di un milione di euro, quando era in forza all’Atletico Paranaense. Ma la valutazione venne ritenuta elevata. Due anni dopo, al Santos, il suo valore era quasi decuplicato. Oggi, dopo un’esperienza in Turchia, al Beşiktaş, è tornato in patria, nel Coritiba.
GILBERTO - Il difensore, oggi al Fluminense, fu uno dei tormentoni del mercato di gennaio, nel 2016. Era alla Fiorentina, dato per molto vicino ad accasarsi all’ombra del “S. Nicola”. La compravendita non andò in porto perché il calciatore, extracomunitario, non poteva scendere di categoria, a norma di regolamento, militando in massima serie da meno di 12 mesi. Un inghippo che lo costrinse ad accettare l'offerta del Verona.
EDMUNDO - “O Animal”, poi in Italia con Fiorentina e Napoli, venne avvicinato al Bari nell’estate del 1994, quando era in forza al Palmeiras. Non si andò oltre qualche speculazione giornalistica, anche perché, già allora, la punta carioca aveva dato prova di avere un carattere difficile da gestire, arrivando a spintonare e gettare a terra, in una gara di Coppa del Brasile, un arbitro che lo aveva appena espulso. La salvezza in A, pur da neopromossa, con Protti, Tovalieri e Guerrero, arrivò comunque.
VALENTINO MAZZOLA - Aveva sottoscritto il suo contratto con il Bari, nell’agosto del 1940, quando era ancora una giovane promessa tra le file del Venezia. Ma in Puglia non arrivò mai, anche per ragioni belliche. Quello che sarebbe poi diventato il capitano ed il numero dieci del Grande Torino, papà dell’interista Sandro, perì il 4 maggio 1949 nella tragedia di Superga.
JAMES RODRIGUEZ - Estate 2009, i galletti appena approdati in A, sfiorano il colpo della vita. Daniele Faggiano, dirigente del club, ed oggi d.s. del Parma in A, in Argentina visionò questo ragazzo del Banfield, decisamente promettente, ed andò persino a parlare del possibile trasferimento con la famiglia del calciatore, che, di fatto, non si oppose. L’affare salta, però, perché il Bari non aveva i fondi necessari per l’operazione e cercò di concluderla in sinergia con un’altra società nostrana. Non si trovò l’accordo, nulla da fare. James, in questi anni, ha vestito i colori di Porto, Monaco, Bayern Monaco e Real Madrid. Il meglio del calcio europeo.
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