Se nel corso degli anni Novanta l'Italia tendeva ad abbandonare la spensieratezza del decennio precedentenel quale in tutto il Belpaese si era diffuso un clima di spensieratezza ed allegria, qualcosa di diverso accadeva nella Bari pallonara. In controtendenza con quanto avveniva nel resto della penisola, le stagioni successive alle Notti Magiche del Mondiale furono caratterizzate da un collettivo sentimento di speranza. Dopo periodi difficili, la città aveva voglia di spiccare il volo ed imporsi nel palcoscenico italiano, spinta da tantissimi nuovi giocatori giunti sulle rive dell'Adriatico.

Sono diversi gli stranieri del quale stiamo raccontando le gesta che, prima o dopo la loro esperienza in biancorosso, hanno vissuto momenti di alto livello nei principali campionati e nelle migliori squadre europee. Fra questi il croato Robert Jarni, giunto a Bari nel 1991 dall'Hajduk Spalato, una delle società più blasonate fra quelle presenti nel suo campionato d'origine. 

Le stagioni in Puglia furono due, proprio negli anni più difficili per il suo paese, che lentamente procedeva fra sanguinosi conflitti verso lo smembramento della Jugoslavia, con la cui maglia Jarni aveva debuttato poco prima, partecipando anche al Mondiale italiano. Nel complesso, durante la sua avventura in biancorosso il terzino collezionò ben 58 presenze, rendendosi protagonista anche con quattro reti all'attivo.

Dopo l'addio alla società biancorossa al termine di una stagione disputata in Serie B, Jarni continuò a girare per l'Europa, passando da due prestigiosissimi club: la Juventus, con la quale vinse lo scudetto nel 1995, ed il Real Madrid. In entrambi i casi le prestazioni non furono all'altezza delle aspettative, ma questo non impedì al giocatore di partecipare ad altri due campionati del mondo, nel 1994 e nel 1998 (in una cavalcata conclusa in semifinale), questa volta con la Croazia. 

Ma la maglia della sua Nazionale Jarni l'ha difesa anche nel calcio a 5, sport praticato dopo il ritiro fra il 2003 ed il 2006.

Sezione: Amarcord / Data: Ven 28 febbraio 2020 alle 00:00
Autore: Raffaele Digirolamo
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