C'è un paradosso nella sfida fra Parma e Bari: i biancorossi hanno incassato la prima sconfitta al termine di una delle partite giocate meglio (o forse meno peggio) del recente periodo. Almeno in alcuni momenti della gara, infatti, gli uomini di Michele Mignani hanno mostrato di poter essere maggiormente in palla dal punto di vista offensivo rispetto ad altre uscite, creando qualcosa in più e dando la sensazione di poter fare male agli avversari.
Eppure questa non può essere né una giustificazione, né una consolazione. Perché proprio al Tardini il Bari ha imparato a fare i conti con la realtà, come forse non aveva fatto nelle prime uscite (un po' per meriti, un po' per fortuna). E questa realtà dice che oggi quella biancorossa è una formazione non all'altezza delle ambizioni della piazza: non solo per quanto riguarda l'obiettivo promozione diretta, ma anche per quei playoff sbandierati dalla società ad inizio stagione.
Soltanto il tempo dirà se questo è uno stato di fatto momentaneo, dovuto ad una condizione precaria o ad una quadra da trovare, oppure ad una situazione strutturale derivata da una rosa incompleta. A favore della prima ipotesi vi è lo stato di forma non ottimale di molti nuovi arrivi (ma non è detto che questa sia una attenuante), il fatto che ancora una volta le seconde linee in difesa non si sono rivelate all'altezza fa propendere per la seconda. La verità forse sta nel mezzo, ma da questo punto di vista per avere delle risposte non resta che aspettare.
Questi fattori, nel complesso, fotografano una situazione non ottimale. Tanti errori, diversi giocatori non ancora in condizione, alcune lacune nella costruzione della rosa hanno determinato un avvio di stagione al di sotto delle attese. Certamente in questo momento dell'anno è troppo presto per tirare le somme in maniera definitiva e quei segnali positivi visti al Tardini non possono essere ignorati e devono servire come base per ripartire.
Tutto questo non può certo cancellare la sensazione attuale (non più di pancia, ma sostenuta dai fatti), ovvero quella di una squadra non ancora pronta per restare nelle prime posizioni della classifica. Ma in alcuni casi la differenza sta proprio nelle parole e nel peso che viene dato ad esse. In quel "non ancora" prima citato c'è la speranza che quanto di buono visto oggi, unito alla crescita di elementi come Aramu e Diaw, possa gettare le basi per una svolta. Di Cesare, parlando da capitano, ha chiesto fiducia e compattezza. Il campionato è lungo, vero, ma ora serve cambiare passo.
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