Il tormentone è partito, e non perchè uno dei protagonisti in causa ne abbia ufficialmente parlato. Anzi, sull'argomento vige il silenzio più assoluto.
Troppi, purtroppo, i problemi societari per pensare, e programmare, il Bari del prossimo futuro sotto il profilo squisitamente tecnico-tattico. Eppure se ne dovrebbero preoccupare, sin da subito, perchè il club rischia seriamente di ritrovarsi ben presto senza allenatore, con l'attuale Vincenzo Torrente prossimo alla scadenza e probabilmente indeciso (e come non potrebbe) se restare, o meno, in sella ad un galletto ridotto ai minimi termini e già consapevole di dover iniziare (se ci sarà, ma ci sarà...) il prossimo campionato con nuove penalizzazioni. Deprimente per un tecnico come lui, che per due anni di seguito ha compiuto due mezzi miracoli, salvando una squadra che, soprattutto quest'anno, sembrava non altezza dell'obiettivo, quasi raggiunto dopo una galoppata sì discontinua ma assolutamente efficace, che ha portato il Bari, al lordo della penalizzazione, a piazzarsi al ridosso della zona play-off. Come, in fondo, successe lo scorso campionato. Non male, viste le premesse iniziali e le turbolenze di vario tipo patite durante questi due anni.
Insomma, non è difficile sostenere che l'operato di Vincenzo Torrente sulla panchina del Bari sia stato più che ottimale. Perderlo sarebbe disastroso, e non solo per le sue qualità da tecnico. Non si può non riconoscergli le capacità gestionali, educative e comunicative che ha espresso durante questo biennio, caratterizzato, inutile ribadirlo, da una molteplicità di ostacoli, anche tecnici con uno spogliatoio che, seppur giovane, non ha mancato (ogni tanto) di creare problemi allo stesso allenatore. Emblematico in tal senso lo sfogo dell'ex Gubbio dopo la gara persa dal Bari contro la Pro Vercelli: c'era qualcuno che non stava remando dalla parte giusta. E qui la magia: da quel momento in poi, e dopo l'inevitabile confronto tra tecnico e giocatori, la squadra, fatta eccezione per la sconfitta contro il Verona, ha ripreso a macinare punti e bel gioco, con un gruppo ritrovato e, soprattutto, in piena sintonia con il proprio allenatore, rincorso ed abbracciato spesso dopo i gol della squadra.
Ma di Vincenzo Torrente se ne potrebbero dire e raccontare mille altre. E' stato, e difficilmente lo sarà, l'allenatore perfetto per questo Bari e per il suo momento delicato. Giovane, ma già preparato (non si vincono due campionati di fila in Lega Pro con il Gubbio se non si sa fare bene il proprio lavoro), l'uomo di Cetara ha lasciato il segno. In un certo modo, anche più dei suoi recentissimi predecessori, affettuosamente ricordati dalla piazza biancorossa per i bei momenti sportivi vissuti insieme (leggi Conte e Ventura con i rispettivi successi). Ma Torrente ha fatto di più, con le dovute proporzioni, meritando ampiamente l'applauso convinto di tutto lo stadio in occasione della recente partita contro lo Spezia al 'San Nicola'. Significativo il messaggio, trasmesso con uno striscione che recitava "comunque vada... grazie mister Torrente".
La sensazione che sia stata la sua penultima apparizione in casa da tencico del Bari è forte, così come forte è già il rimpianto. Ma il mister è pronto, e maturo (grazie anche a questi due anni in biancorosso), e merita di proseguire altrove, e in piazze meno problematiche come quella barese, la sua carriera.
Salvo clamorosi colpi di scena, dunque, Torrente a fine stagione lascerà. Buona fortuna, a lui e al Bari che verrà...
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