Colantuono non parla. E questa è di per se una notizia. L'allenatore biancorosso, atteso ieri in sala stampa prima della partenza verso Carpi (dove il Bari sarà impegnato domani pomeriggio), ha disertato il consueto appuntamento con i media. Una scelta ponderata ma che ha sollevato più di un interrogativo: perchè, all'indomani del confronto con i tifosi e alla vigilia di una gara così importante, il tecnico romano ha deciso di trincerarsi in un silenzio che ha fatto più rumore delle solite (e spesso banali) dichiarazioni pre partita?
Al suo posto, poltrona e microfoni sono stati messi a disposizione di capitan Moras. Che ha sfruttato malissimo l'occasione, dichiarando con molta schiettezza che "se potevo non venire a parlare non venivo. Ora contano solo i fatti". Un'affermazione forte e in parte condivisibile: le chiacchiere, in questo momento storico, contano quanto un biglietto perdente del superenalotto. Ci vogliono i fatti, quelli che si traducono in punti e vittorie, venute meno nelle ultime quattro trasferte di campionato. La colpa? Della squadra, molle e impalpabile nelle ultime uscite fuori porta. Ma per Moras, le cause dell'altalenante rendimento dei biancorossi sono riconducibile ad altri motivi. In primis, alla negatività che trasmette l'ambiente: "Tanta gente cerca di mettere cattiveria nella squadra. Non succede ovunque. C'è tanta negatività" le parole ad effetto dell'ex Verona. Dichiarazioni che non potevano passare inosservate. Come il silenzio di mister Colantuono. Se con queste parole si sono voluti scaricare su ambiente e tifosi i problemi di una squadra rivelatasi poco all'altezza, si è toppati di brutto. Che si sappia, e lo sappia soprattutto Moras (a cui è stata affidata una fascia di capitano di cui forse non avverte ne il peso ne la responsabilità): se non fosse per l'ambiente che vi circonda, per l'affetto smisurato che vi sostiene anche nelle più lontane trasferte, forse i punti in classifica oggi sarebbero stati anche meno.
Una Pasqua serena. Costretti a polemizzare anche quando vorremmo tutti stringerci e darci manforte. Ma tant'è. Se Moras decide di sparare sull'ambiente è inevitabile voler fare chiarezza. Bari, lo dicono anche loro come bimbi che recitano poesie, è una piazza che meriterebbe di più, sotto ogni punto di vista. Non sarà stato bello per i tifosi leggere le affermazioni del gigante greco. Che farebbe meglio a preoccuparsi di quello che combina in campo con i suoi colleghi piuttosto di andare a caccia di streghe con l'intento di giustificare un rendimento discutibile.
I conti si fanno alla fine, ma è ora di smetterla di cercare alibi lì dove si scorgono solo responsabilità. Della squadra e della società e mica dei tifosi o dei venditori di panini assiepati fuori dal 'San Nicola'.
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