Verrebbe voglia di prendere alcuni articoli recenti (e meno recenti) e incollarli in questo testo. Perchè, in fondo, la musica (e la morale) è sempre tristemente la stessa: Bari sconfitto, Bari incompiuto, Bari senza attributi, Bari privo di idee, Bari carente di gioco e povero, poverissimo di punti. Bari, in sostanza, lontano parente di quello che ci si aspettava all'inizio di un torneo già ampiamente compromesso.

La sconfitta di Latina - l'ennesima di questa stagione - era stata messa in preventivo nonostante la forza dell'avversario fosse paragonabile a quella di una qualsiasi squadra che, forse, a fine campionato eviterà la retrocessione. Alla vigilia, le solite grida di riscossa, il solito falso ottimismo. In concreto, molti annusavano la beffa, perchè questo è quello a cui il Bari sta abituando i suoi simpatizzanti e i suoi spettatori in questo sciagurato campionato.

L'inizio di tutti i mali. Una spaccatura interna che la proprietà ha il dovere di risolvere, e non di sanare. Tra Stellone e Sogliano l'amore non c'è mai stato. In fondo, il tecnico romano è stato scelto dal numero uno biancorosso, mica dal diesse. Perseguendo una finalità del tutto personale (ed egoista), i due hanno deciso sin da subito di non volersi bene, facendo ricadere sulla quotidianità del lavoro e della gestione del gruppo le loro scaramucce, mal nascoste e per nulla digerite dallo stesso Giancaspro, chiamato ora a fare il presidente e a prendere decisioni importanti per il bene del club.

La squadra, questa sconosciuta. Stellone forse pagherà (prima o poi) con l'esonero, perchè nel calcio funziona (male) così. Sogliano, invece, continuerà a tenere saldo il posto come i giocatori, tra i maggiori responsabili di una situazione che, giorno dopo giorno, si fa sempre più delicata e imbarazzante. E non solo per i mancati risultati. Da loro, dai giocatori, bisognerà giocoforza ripartire, anche se tutti (o quasi) meriterebbero una grande legnata nei reni: se questo, per loro, significa giocare a calcio e dare il massimo per la maglia che si indossa... 

Si faccia mea culpa e si trovi subito la soluzione ad una crisi che sta degenerando. Prima il problema erano i Matarrese, poi i tifosi, poi Paparesta con i suoi avventurosi racconti e con i suoi collaboratori. Oggi è Giancaspro, con Sogliano e Stellone. La verità è che qui si lavora sempre male e si ottiene sempre meno. A discapito di una tifoseria appassionata e spesso strumentalizzata. Bari, per seguito, è la settima piazza d'Italia, giusto? Bene, la si tratti con maggior rispetto. A partire dall'alto: non basta autodefinirsi ignoranti in materia per sentirsi sgravati da responsabilità che ti spettano. Giancaspro deve intervenire e decidere come continuare questa avventura. Perchè se lui ha un piano industriale di durata pluriennale per costruire una squadra decente, i tifosi (e non solo loro) di piani e promesse ne hanno piene le tasche. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 06 novembre 2016 alle 09:15
Autore: Andrea Dipalo
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