Zero gol e zero assist in undici presenze: sono numeri che fanno impressione, soprattutto se affibiati a Gaetano Castrovilli. Un nome che ha vestito la maglia azzurra, fatto vedere ottime cose con la Fiorentina, da un po' di tempo "in lotta" con uno storico di infortuni e problemi più e meno seri. Fiore all'occhiello della campagna estiva, tornato in nome delle sue origini, era partito bene, salvo incepparsi nelle successive uscite (per ultimo il subentro a La Spezia).

Il tutto con la '​​4' sulle spalle, numero scelto per motivi personali. Caso vuole che, oltre ai perché di matrice familiare, quella cifra sia stata indossata a Bari, tra gli altri, da nomi di un certo spessore, tecnico e caratteriale. Il più recente è stato Mattia Maita, leader del centrocampo barese per quattro stagioni: dalla Serie C alla Serie A sfiorata, sino alla retrocessione evitata ai playout e l'apatia della scorsa annata, ha dato il suo contributo col sapiente mestiere della regia ed il senso instancabile dell'interdizione, con fisicità e palleggio. Tornando un po' più indietro, Sergio Almiron è stato faro qualitativo del Galletto di Ventura con la medesima cifra: un primo anno da protagonista, tra colpi sopraffini e intelligenza tattica, concluso con 5 reti in quella perfetta macchina orchestrata da Ventura. Poi, nel secondo anno, un netto calo complice condizioni fisiche non ottimali. E scavando ancora più nel vintage, Angelo Terracenere ha rappresentato il mediano per eccellenza, tra visione di gioco e grinta da vendere, pilastro decennale e metodista di anni ruggenti.

Chissà se nel segno di chi lo ha preceduto, tra il numero di casacca e doti altre, Castrovilli potrà riscattarsi. Sarà emule delle tre sopracitate "colonne"? I mezzi sono dalla sua parte. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 20 novembre 2025 alle 08:00
Autore: Piervito Perta
vedi letture
Print