Alla vigilia dell’incontro, che avrebbe dovuto sciogliere i dubbi sulla sorte dell’ingresso nell’As Bari dei nuovi soci Guastamacchia, Ladisa e De Gennaro, quest’ultimo, tutt’altro che inaspettatamente, ha deciso di tirarsi fuori.
Restano in piedi, quindi, le candidature dei due restanti imprenditori pugliesi, sulle cui reali intenzioni di portare denaro fresco nelle casse biancorosse è lecito dubitare.
Ai baresi sembra di assistere alla replica di un film visto e rivisto. Non siamo alla farsa dei Tim Burton o dei monegaschi ma poco ci manca.
Stavolta,infatti, complice il patto di riservatezza, ci hanno risparmiato il circo dei proclami trionfalistici sulle pagine dei giornali. Ciò, però, non sposta di una virgola il giudizio su chi,con la stessa rapidità con cui si è lanciato al capezzale di una squadra finanziariamente in difficoltà,è tornato sui suoi passi, nella ferma convinzione di non accollarsi i debiti delle pregresse gestioni.
E qui la domanda sorge spontanea: possibile che questi illustri signori ignorassero che quella in cui si accingevano ad entrare era una società dalla situazione finanziaria niente affatto florida?
Pertanto, mi si consenta di dubitare della serietà di una proposta di acquisto quale è quella formulata da De Gennaro e soci. Invero, sarebbe stato opportuno addivenire ad una soluzione di compromesso con la propietà biancorossa, magari anche ripartendosi gli onori e gli oneri della gestione, piuttosto che addossare ai Matarrese i debiti contratti sino ad oggi. Del resto, se il sodalizio barese ha aperto a nuovi ingressi in società è proprio per le evidenti difficoltà di sopportare i costi, che una squadra di calcio comporta.
Ma , volendo andare al di là di fredde considerazioni di ordine economico, quello che è mancato a questo gruppo di imprenditori è l’entusiasmo e la passione di entrare a far parte del mondo biancorosso.
È questo quello che si chiede a chi aspira ad acquistare anche solo una partecipazione del club barese. All’amore del tifoso barese per la sua squadra dovrebbe corrispondere quello di un presidente animato, più dalla voglia di regalare gioie e soddisfazioni ai suoi tifosi, che da meri interessi di speculazione finanziaria.
Al contrario, nessuno dei componenti della cordata ha mai manifestato la voglia di sentirsi parte della grande famiglia biancorossa, quasi che il loro interessamento fosse un atto dovuto, in qualità di imprenditori pugliesi, che non avrebbero potuto restare indifferenti alle sorti della squadra della loro città.
Non rimane che attendere per altre 24 ore, prima di sapere se l’esile cordata sarà destinata a spezzarsi, al pari della speranza di tutta la Bari del pallone di avere un proprietario appassionato, ambizioso e lungimirante.
 

Sezione: La signora in (bianco) rosso / Data: Mar 03 maggio 2011 alle 17:00
Autore: Paola Calamita
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