La penultima giornata di campionato ha sancito gli ultimi verdetti del campionato calcistico italiano. Così, se resta da assegnare il solo posto per l’accesso ai preliminari Champions, sono ormai certi i nomi delle retrocesse in B. Invero, dopo Bari e Brescia,a scendere nell’inferno della serie cadetta sarà la Sampdoria.
Senonchè, nella Domenica, in cui più di una squadra si giocava un’intera stagione, ha suscitato stupore l’atteggiamento di alcuni presidenti,che ai bordi del campo hanno seguito con trepidazione l’andamento dei relativi match.
Tra chi si rimetteva ai potenti mezzi dell’aldilà e chi esultava in maniera tutt’altro che composta al goal, ognuno a modo suo ha manifestato l’ansia e l’esaltazione per le sorti della gara.
Stati d’animo e sentimenti propri di chi, non è solo interessato a salvaguardare il capitale investito, ma è soprattutto un tifoso, che al pari dei comuni aficionados vuole veder vincere e trionfare i colori della sua città.
Una tendenza che accomuna la stragrande maggioranza dei presidenti dei club del massimo campionato italiano, dai più blasonati sino a quelli delle cosiddette piccole: tutti uniti dalla passione e dall’amore verso quella che, lungi dall’essere una mera macchina da soldi, è una vera e propria ragione di vita.
Peccato, però, che ogni regola abbia la sua eccezione, che, nel caso di specie, risponde al nome del nostro presidente Vincenzo Matarrese.
Quest’ultimo, infatti, anche nei periodi più felici della sua presidenza, non è mai apparso sentimentalmente coinvolto nelle vicende sportive della bari, seguendone quasi con distacco l’evolversi.
E quel che è peggio gli è sempre mancata la voglia, non solo la possibilità, di regalare un sogno ad una città, alla quale sarebbe bastato poco per accendersi di entusiasmo.
Negli ultimi tempi, poi, si è letteralmente eclissato, chiudendosi in un silenzio ermetico, a dispetto della fame di notizie dei tifosi baresi in merito all’incerto futuro societario.
Ebbene, non è certo questo il presidente che Bari ed i baresi si meritano. Sia chiaro che, non è che gli si chieda di svenarsi sino al tracollo economico pur di soddisfare l’atavico desiderio di successi della piazza biancorossa, quanto piuttosto che si prodighi affinchè, quelli che dovrebbero essere primaditutto i suoi sogni di tifoso appassionato, diventino realtà.
Sicchè, in tempi di trattative e rumors su possibili acquirenti della bari, la speranza è che il nuovo presidente, se mai dovesse esserci, sia davvero innamorato della sua squadra, come Don Vincenzo non è più o più semplicemente non lo è mai stato.

Sezione: La signora in (bianco) rosso / Data: Gio 19 maggio 2011 alle 15:00
Autore: Paola Calamita
vedi letture
Print