Prima l’immeritata sconfitta contro la lanciatissima Udinese, poi, il mezzo miracolo di S.Siro, vanificato dal tradimento del Pibe de Bari, infine, la vittoria contro la bestia nera Parma, risultati forse inutili in chiave salvezza ma segno intangibile della voglia di Mutti e dei suoi ragazzi di chiudere con dignità questo campionato.
I tre punti conquistati al Tardini sono la risposta a quanti, Semeraro in primis, pensavano ad un Bari già in vacanza, vittima sacrificale sull’altare dell’avversario di turno.
Al contrario, i galletti hanno messo in campo una grinta ed un orgoglio, che se esibiti in altre occasioni avrebbero potuto cambiare le sorti della stagione biancorossa.
Un impegno che ha scombussolato i piani di Amauri e soci, convinti di fare un sol boccone della cenerentola della serie A e che, a torto, si sono trovati al cospetto di una squadra gagliarda e volenterosa, che, al di là dei suoi cronici difetti, ha risposto con rapidi e ficcanti contropiedi agli sterili attacchi parmensi. In uno di questi Alvarez, sfruttando un impeccabile assist di Bentivoglio, infilava Mirante con un preciso diagonale, mandando il Parma all’inferno e il suo tecnico in ferie anticipate.
 Il merito di questo successo è da ascrivere principalmente alla tenacia ed alla professionalità di Bortolo Mutti, che, chiamato ad assolvere ad un compito tutt’altro che agevole, costretto a lavorare in un clima da smobilitazione generale, con pochi ma significativi correttivi ha rimesso in sesto un gruppo che appariva allo sbando.
Sulle ceneri del Bari di mister libidine, il pragmatico Mutti ha costruito un gioco molto lontano dai fasti di Venturiana memoria, ma di sicuro più adatto ad una squadra che lotta per non retrocedere.
Messo da parte il giro palla ed i fraseggi stretti tra gli avanti biancorossi, l’ex tecnico atalantino è parso puntare su uno schema semplice e redditizio, basato prevalentemente sulle ripartenze rapide e sui lanci lunghi per imbeccare gli avanti biancorossi.
Non è un caso che il Bari si esprima meglio in trasferta, dove ha la possibilità di agire di rimessa, sfruttando la velocità dei vari Alvarez, Rudolf, Useklepp, tradendo più di una difficoltà quando gioca tra le mura amiche, causa scarsa fluidità della manovra e difficoltà nello sviluppare azioni offensive.
Con l’arrivo in panchina di mister Mutti i galletti sembrano,altresì, aver ritrovato la brillantezza fisica di un tempo, persino Alvarez in quel di Parma è ritornato a sfrecciare sulla fascia come nella passata stagione, saltando sistematicamente il suo avversario diretto e proponendosi pericolosamente al tiro.
A ciò si aggiunga, il nuovo spirito di un gruppo sempre più propenso al sacrificio ed alla battaglia agonistica e poco disposto a sventolare bandiera bianca prima del dovuto.
È l’ultimo a mollare Mutti, convinto che, numeri alla mano, il miracolo salvezza ( perché tale sarebbe)sia ancora possibile e che in ogni caso la situazione di classifica non autorizzi a considerare i galletti alla stregua di chi debba immolarsi sull’altare dei più concreti e terreni obiettivi dei suoi avversari.
Pertanto, chiunque affronterà il Bari nelle restanti sette gare dovrà fare i conti con la serietà e la scarsa voglia di arrendersi di un allenatore, al quale, quand’anche non riuscisse a centrare la permanenza in A, gli si dovrebbe dire comunque grazie per aver ridato alla squadra un minimo di dignità.
 

Sezione: La signora in (bianco) rosso / Data: Mar 05 aprile 2011 alle 18:00
Autore: Paola Calamita
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