Il verdetto dell’anticipo di venerdì sera contro il Padova è che ilBbari è ancora un cantiere aperto. La sconfitta di misura contro l’undici di Dal Canto conferma che i galletti non sono ancora in linea con le aspirazioni da play-off, un po’ troppo frettolosamente sventolate da Angelozzi e Torrente a campagna acquisti chiusa.

Invero, quella che si prepara al match casalingo contro la nocerina è una squadra in divenire, in cui gli elementi cardine pagano un preoccupante ritardo di preparazione, che complica oltremodo l’assimilazione degli schemi del tecnico ex Gubbio.
Facile gettare la croce sugli attaccanti, sebbene i numeri siano impietosi verso Marotta e compagni. Zero le reti messe  a segno dal centroavanti campano, a dispetto delle tante occasioni divorate. Non se la passa meglio il compagno di reparto Ciccio Caputo, anche lui ancora a secco di goal e messo da parte dopo l’arrivo di De Paula. Quest’ultimo è l’unico ad aver riempito la casella delle reti segnate. Quanto a Forestieri dovrebbe essere l’uomo dell’invenzione, del colpo di genio ed invece sino ad oggi è spiccato per evanescenza ed impalpabilità.

Tuttavia, la sterilità offensiva dei biancorossi non è solo figlia della scarsa vena del tridente d’attacco. Piuttosto le cause sono da ricercare altrove, per esempio in una linea mediana che non può fare affidamento sul solo Donati, un lusso per la categoria, ma non per questo un terminator dalle riserve inesauribili. I Bogliacino, De Falco, Rivaldo stentano ad entrare nel vivo del gioco,non mettendo le punte nella condizione ideale per trafiggere i portieri avversari. Così la manovra finisce per risultare farraginosa, macchinosa ben lontano dalla fluidità e velocità richiesta da Torrente.

Dunque, una bella gatta da pelare per il tecnico campano, chiamato al difficile compito di dare un’identità chiara e precisa a questo bari, senza perdere di vista la necessità di tornare a conquistare punti, per non deprimere ulteriormente la piazza disorientata dopo le due sconfitte di fila contro Albinoleffe e Padova.

A tal fine, sarebbe opportuno restituire a ciascun calciatore il ruolo che gli è più congeniale, senza imporre loro un adattamento in posizioni, che finiscono per comprometterne il rendimento, a discapito della squadra( vedi Kopunek terzino o Bogliacino sull’esterno a sinistra).

Senza tacere della necessità di capire fino a che punto convenga insistere sullo schema di gioco del 4-3-3, che in queste prime partite si è rivelato tutt’altro che compatibile con la rosa biancorossa.

Tanti i problemi ed una sola soluzione: sfatare il tabù S.Nicola potrebbe dare nuova linfa alle ambizioni dei galletti.

Sezione: La signora in (bianco) rosso / Data: Mar 13 settembre 2011 alle 20:00
Autore: Paola Calamita
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