Ed ora neanche la matematica ci dà scampo: la sconfitta con la Sampdoria, infatti, certifica il ritorno dei galletti nella serie cadetta dopo due soli anni.
Il calvario iniziato, dopo un illusorio avvio di campionato, si chiude alla vigilia della Pasqua di risurrezione, che i tifosi baresi si auspicano sia anche quella della loro amata squadra.
Per vero, le premesse sono tutt’altro che buone. È di questa mattina la notizia che la dirigenza avrebbe proposto ai giocatori una dilazione nel pagamento degli stipendi, segno tangibile delle difficoltà economiche del sodalizio biancorosso.
A questo punto, tutte le attenzioni si spostano sulla cordata De Gennaro, Ladisa, Guastamacchia, augurandosi che l’incontro previsto a giorni abbia esito positivo, portando nuove risorse nelle casse dell’As Bari.
Ora più che mai è necessario che qualcuno si faccia avanti dando un supporto concreto ala famiglia Matarrese, diversamente ai poveri supporters baresi non resterà che assistere impotenti ad un’altra amara delusione. Vedere ridimensionate le aspettative di risalita, annaspando per altri anni nell’anonimato della B, è un prezzo troppo alto per una piazza che, dopo la trionfale promozione firmata Perinetti-Conte, e l’eccezionale stagione scorsa sotto la guida di libidine Ventura, ha dovuto sopportare l’onta della retrocessione più umiliante nella storia del club di via Torrebella.
I sogni di un progetto più ambizioso, si sono infranti davanti ad gruppo che ha distrutto due anni di successi e soddisfazioni, riportando i galletti alla realtà nuda e cruda della serie B. E mentre società, allenatori e giocatori sono intenti nel più classico degli scarica barile, alla fine a rimetterci è sempre il tifoso biancorosso. Che ha difeso strenuamente la sua creatura fino a quando pazienza e tolleranza hanno ceduto il passo alla rabbia, tipica di chi si sente tradito da ciò che più ama.
Non è la prima né l’ultima retrocessione che la Bari calcistica deve sopportare ma sicuramente quella che lascia di più l’ amaro in bocca. Mai come quest’anno, infatti, c’erano i presupposti per il tanto agognato salto di qualità verso obiettivi finora sconosciuti alla piazza barese.
Purtroppo, però, i soliti errori commessi nella gestione della società non hanno solo azzerato le speranze europee ma altresì rispedito i galletti nell’inferno della B.
In verità, anche alla luce delle più recenti vicende societarie, gettare la croce addosso ai Matarrese sarebbe troppo facile. Piuttosto, la considerazione da farsi è un’altra ovvero perché una città come Bari dall’ampio bacino d’utenza, economicamente e culturalmente vitale non faccia gola ad un imprenditore con un po’ di soldini da investire nel calci? Possibile che Venezia,Getafe, Roma abbiano trovato i loro Re mida, mentre qui a Bari siamo alla mercè di una propietà, che, dopo aver tratto i suoi profitti dalla gestione di una squadra di calcio, oggi appare stufa del suo giocattolo e non più disposta a tirar fuori un centesimo per rimetterlo in piedi?
Il ritorno tra i cadetti è una realtà, mentre sul futuro del bari restano tanti dubbi irrisolti, nella speranza che quello alla seria A sia solo un arrivederci a presto.

Sezione: La signora in (bianco) rosso / Data: Mar 26 aprile 2011 alle 17:00
Autore: Paola Calamita
vedi letture
Print