Luglio 1958, in quattro giorni il Bari si gioca la serie A. L’avversario di allora? Il Verona, affidato sul filo di lana al “Cina” Bonizzoni, penultimo in serie A, e costretto allo spareggio, in virtù di un regolamento deciso dai giudici in un convulso finale di stagione. L’emozione, la stessa di oggi, in un calcio apparentemente lontano secoli luce da quello di oggi. Spareggio secco, andata e ritorno, in doppio campo neutro, Bologna all’andata, Roma al ritorno. Una storia tutta da raccontare, indimenticabile come il modo in cui si arrivò a quella sfida rimasta per sempre nel ricordo dei tifosi di una volta.
Il Bari nella stagione 57-58 milita in serie B, guidato da Federico Allasio, ed è accreditato di buone chance di promozione dagli addetti ai lavori, dopo una buona campagna di rafforzamento impreziosita dall’arrivo dei due terminali d’attacco, la punta ex-Inter Rebizzi e, soprattutto, quel Paolo Erba, che porta sul petto il titolo di capocannoniere della serie cadetta, conquistato l’anno prima a Parma. Il campionato, guidato in maniera abbastanza netta dalla Triestina del bomber Petris, vede i biancorossi pugliesi protagonisti di un buon girone d’andata, abbellito da alcune perle come la vittoria sotto l’acquazzone contro il favoritissimo Palermo. Nel girone di ritorno la squadra va incontro ad una pericolosa flessione, che rischia di far rinvenire un terzetto di inseguitrici, che vede accanto al Venezia, compagini dal respiro romantico come il Marzotto di Valdagno e la celebre Simmenthal di Monza.
Il finale di stagione assume le sembianze di un giallo. Dopo lunghi dibattimenti, negli uffici della Lega Calcio, l’allora presidente Pasquale emana il lodo che prende il suo nome, regolamentando il complesso meccanismo dello spareggio promozione, a stagione ampiamente cominciata. Intanto a cinque giornate dalla fine, l’impresa di un Bari corsaro che espugna con un secco 3-0 il difficile campo di Messina, scatena la stampa sportiva, soprattutto quella settentrionale. Scoppia il cosiddetto “caso Torres”, e i pugliesi sono accusati di essersi accordati con la direzione arbitrale, per garantirsi una “spintarella” verso la serie A. Ma il caso è destinato a sgonfiarsi, e il Bari conclude con merito al secondo posto, garantendosi l’accesso allo spareggio. In attesa di conoscere il suo avversario, che verrà dalla massima serie.
Al piano superiore, intanto, la situazione è altrettanto ingarbugliata. Sulla carta spetterebbe all’Atalanta, classificatasi penultima, la doppia sfida con il Bari. Ma un altro caso esplode in tutto il suo fragore. Renato Azzini, calciatore del Padova, e’ accusato di essersi accordato con gli orobici, in occasione del match vinto per 3-0 sul campo dei biancoscudati, in un match decisivo per la lotta retrocessione. La decisione della commissione di inchiesta tiene con il fiato sospeso per tutta l’estate la tifoseria barese, in attesa di conoscere con chi si disputerà la serie A, che manca da 8 anni. Alla fine, il colpo di scena. Atalanta condannata per tentato illecito all’ultimo posto. Sarà l’ A.C. Verona, che allora ancora non era Hellas, a difendere con i galletti il suo agognato posto al sole.
Finalmente, il 20 luglio 1958, al Comunale di Bologna, il Bari può giocarsela con gli scaligeri, tra le cui fila milita quell’Osvaldo Bagnoli, che quasi 30 anni dopo li guiderà alla conquista di uno scudetto indimenticabile. Nessun timore reverenziale, e nella ripresa, i biancorossi chiudono nel migliore dei modi la sfida di andata. Assist di Farinelli, ci pensa Erba a mandare in visibilio i 10.000 tifosi accorsi da Bari, innamorati della loro squadra, come i nipotini che affolleranno il San Nicola domenica. Quattro giorni dopo, si replica. Roma, stadio dei Centomila, come si chiamava l’Olimpico, quando la capienza era pressappoco quella lì, ancora di fronte Bari e Verona. Ancora più folta la delegazione biancorossa sugli spalti. Sono quasi 30.000 i baresi piombati nella Capitale. E si godono uno spettacolo che non dimenticheranno più. Paolino Erba, sempre e solo lui. Di testa e poi di piede. Una doppietta che stordisce il Verona e le strappa di mano il massimo campionato.
Il giorno seguente Bari si risveglia in serie A. Erba, capitan Bretti e tutti i biancorossi, arrivati in treno, vengono portati in trionfo per le vie del centro cittadino. 56 anni fa. Eroi semplici, come quelli di oggi. Che la storia si ripeta?
Massimiliano Morelli
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