Tre anni fa. Non è passato un secolo. Nemmeno una decade. Sono passati appena tre anni. Era la festa di San Nicola 2009. Il pullman della squadra passò in trionfo per le vie della città. Fu bellissimo. L'avventura di Conte era al tramonto. Ma il Bari che l'Europa ci invidiava doveva ancora arrivare. Il mio cuore era colmo di gioia. Così come il cuore di centinaia di migliaia di tifosi. Tre anni fa. Se esistesse la macchina del tempo tornerei indietro dieci, cento, mille volte. Brutti bastardi.

Ho visto cose...

Ho visto Conte festeggiare lo scudetto da imbattuto. Ho visto l'Inter polverizzare le ambizioni del Milan. Ho visto il Chelsea soffrire e ripartire. E infine battere il Barcellona, la squadra più forte del mondo. Ho visto Zeman dare lezioni di calcio a Ventura. Ho visto City e United contendersi lo scudetto all'ultimo minuto e il Bayern prenderne 5 in finale di coppa. Ho visto un centinaio di partite dall'ultima volta che ho trovato la forza di scrivere qualcosa sulla Bari. Ma non ho provato nulla. Mi diverto. Ma non mi emoziono. Tutto mi pare distante. Come se il mondo del calcio mi apparisse al di là di una barriera. E quella barriera sono le inchieste, le indagini, i pentiti, gli ultras indagati, le società che non sanno nulla, gli zingari e ancora scandali, intercettazioni e scommesse. L'unica domanda che mi continuo a fare è: ma siete sicuri che Del Piero vuole essere la bandiera della Juve? No, perché l'asta alla bandiera da qualche parte bisognerà pure infilarla...

Grazie ragazzi

Scherzi a parte, questa rubrica è nata per raccontare le gesta in campo della Bari. Quella che ci emozionava e ci faceva ridere e sognare. Che univa migliaia di persone in un canto. Che correva sbilenca come Kamatà e driblava alla grande come Barreto. Che umiliava gli avversari in mezzo al campo come Almiron e ripartiva elegante come Ranocchia. Che aveva mani forti come quelle di Gillet e il senso dell'umorismo di Ventura. Oggi i giocatori in campo non sono più gli stessi. Merito a questi giovani eroi che con pochi mezzi e tanta voglia hanno guadagnato la salvezza sul campo. Grandi ragazzi. Grazie di tutto.

Brutti bastardi

Ma il problema della Bari non è in campo. No. E non sono nemmeno i tifosi. Non credo che chi ama la Bari nonostante tutto abbia delle colpe. Il punto è che “Visto dalla Curva” nacque per raccontare non solo la squadra, ma anche la tifoseria più bella d'Italia: sempre corretta, sempre numerosa, spesso geniale. Ma raccontare il “costume”, se diventa malcostume, non è storia mia. E quindi non so più cosa scrivere. Non riesco a raccontare, col sorriso sulle labbra e l'energia nelle mani che battono sui tasti, dei mercenari che hanno venduto, spesso per quattro soldi, la nostra passione. Non riesco a spiegare quali possono essere le ragioni per chiedere alla tua squadra del cuore di perdere. Sono cose che non tollero. E che mi tolgono il buon umore. No. A voi dico solo: brutti bastardi.

Il Sogno

Ciononostante io ci credo. Credo che la proprietà, che con fare verginale sostiene di non sapere nulla, abbia l'ennesima occasione di lasciare che i baresi possano sognare liberamente. Lo stato Italiano è stato chiamato a rimborsare circa 40milioni di Euro per Punta Perotti. Ne bastano la metà per sanare il debito e lasciare che un acquirente serio si avvicini alla Bari. Credo che noi tifosi, o almeno tutti noi che viviamo la Bari come una passione e non come un business, possiamo girare a testa alta. E proprio dal nostro orgoglio di appartenenza deve ripartire il movimento intorno alla Bari. Non possiamo ripartire dalle aule di tribunale. E nemmeno dalle sale conferenza. Quelle servono, le une e le altre, a far guadagnare gli avvocati. Difendiamo la nostra dignità. Onoriamo i nostri colori. Bari merita un sogno. Di quelli che non ti devi svegliare mai.

Sezione: Visto dalla curva / Data: Lun 14 maggio 2012 alle 16:00
Autore: Pasquale Laricchia
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