C'è un dualismo a Bari che è unico nel suo genere. No. Non è che mi sono mangiato il vocabolario. È che nei tifosi baresi convivono due anime. Una che non fa altro che pensare alla squadra, agli avversari e alla classifica. Che vorrebbe vivere di calcio. Vedere giocare il campionato di A, la Coppa Italia e le coppe europee. E poi c'è la parte frustrata. Quella che proprio non ne può più di passare dalle stelle alle stalle. Perché è vero che le squadre hanno i cicli. Ma quelli del Bari, negli ultimi anni, hanno troppa B. 

Svantaggio scontato
La partita contro il Pescara è dura. Durissima. Già se si pensa che è il miglior attacco della B contro il peggiore. Un'idea uno se la fa. Ma dopo i primi 10 minuti di partita il registro è chiarissimo: il Pescara attacca e la Bari subisce. E quando i biancorossi ripartono, come succede al 14° con Rivas, ci pensa Togni a stenderli. Togni, chissà quanto soffrono in famiglia che non ti sei dedicato al circo. Al 17° Insigne, il piccolo attaccante del Pescara, punta Kopunek, lo lascia sul posto, percorre la linea di fondo e arrivato a tu per tu con Lamanna lo umilia. 1 a 0 Pescara. Ma la curva non si scompone e tifa Bari.

Lamanna in cielo
Il Pescara insiste. E ci vuole il miglior Lamanna per non prendere altri 3 gol nel primo tempo. Al 45° però i biancorossi hanno un sussulto. Prima Marotta riesce a concludere di testa su un cross di Rivas. Ma non trova la porta. E poi un minuto dopo su un cross si avventa il portiere pescarese che rinvia e sbaglia. La palla è al limite dell'area. Il portiere è a terra. La palla è tra i piedi di Rivas! Che la calcia fuori. A porta sguarnita. E qui la curva tiene. Gli vogliono bene a questi colori. Ma a questi ragazzi. Insomma. È dura volergli bene.

Cali di pazienza
Torrente cerca di cambiare qualcosa e toglie Kopunek e De Paula. Che in due non hanno fatto una cosa buona. In più Kopunek è riuscito anche a far segnare Insigne. Dentro Stoian e Scavone. Ed è subito un altro Bari. Chi ne capisce di calcio dice che i biancorossi non sanno fare le rimonte. Secondo me il problema è un po' più profondo. Non sanno segnare. E quindi se gli avversari fanno gol, sono spacciati. Infatti la Bari del secondo tempo vorrebbe. Ci prova con Forestieri. Ci prova con Borghese. Ci prova con Rivas. Ci prova con Marotta. Ma non ci riesce. Mai. Mancano la precisione, la cattiveria e la fortuna. E ai tifosi inizia a mancare la pazienza.

Perché l'attaccate forte ce l'hanno loro?
Al 20° il Pescara riparte. Kone serve Insigne, che si beve Borghese come fosse un latte e menta e insacca di precisione. 2 a 0 Pescara. E i tifosi baresi non ne possono più. Io non ho mai fischiato i calciatori del Bari. Ma non riesco a condannare chi lo fa. Se non sapete giocare, se non sapete segnare, se non volete correre, ma proprio qua dovete venire? Caputo rileva Rivas e si arma della forza della disperazione. Ci prova da fuori area ma la calcia alta. Poi al 75° si ritrova a tu per tu col portiere e la calcia al lato. Ciccio, la curva ti adora, ma devi segnare.

Bari Cittadella
Al passare dei minuti la partita si fa sempre più ridicola. La Bari subisce il Pescara. E i tifosi iniziano lo show. Perché tra le due anime, dopo una partita così, vince quella critica. Noi lo sapevamo tutti, ma Torrente l'aveva detto a chiare lettere che serve un attaccante. E io non ci credo che un “bravo” allenatore farebbe vincere questo Bari. E se negli anni passati si poteva aspettare gennaio per rinforzarsi, adesso c'è la certezza che rinforzi non ne arriveranno. Anzi. C'è Stoian che potrebbe fare bene nella squadra in cui andrà a giocare. Bari è una malattia, cantano gli Ultras. Ma se la situazione resta questa, presto in molti cercheranno di guarire. E torneranno i tempi di Bari Cittadella, con solo 50 spettatori. Ammesso che ci sia ancora una squadra da tifare.

Sezione: Visto dalla curva / Data: Sab 29 ottobre 2011 alle 21:30
Autore: Pasquale Laricchia
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