I ragazzi di Mignani sono tornati dalla trasferta di Benevento con un buon punto in saccoccia, dopo l'1-1 contro gli stregoni di Cannavaro. Una vecchia legge del calcio dice che quando non puoi vincere, allora devi cercare di non perdere. Così è stato, con un bel guizzo di Dorval che ha portato al penalty siglato da Cheddira.

Il risultato, però, non nasconde la prestazione scialba dei galletti, completamente opposta rispetto a quella ammirata con la Ternana, quando il Bari avrebbe meritato senza ombra di dubbio i tre punti. Mignani si interroga sulle cause di questa piccola flessione, che vede Maita e soci rimandare l'appuntamento con la vittoria da quattro turni (cinque, aggiungendo anche la gara di Coppa Italia persa a Parma). Un periodo di magra anche in termini di gol, con la rete su azione che manca da 405 minuti in campionato (495 aggiungendo la Coppa). 

Dentro le cause del successo perduto, si può sottolineare come in questo Bari ci sia un nutrito gruppo - ormai insostituibile - che sta tirando la carretta da mesi. È il caso di Caprile e Cheddira, i fiori all'occhiello della rosa biancorossa e attualmente tra i migliori interpreti nei rispettivi ruoli della categoria. Dei 20 punti in classifica, una buona parte porta la loro firma. Della spina dorsale fa parte la vecchia guardia formata da Pucino, Di Cesare, Ricci, Maiello, Maita e Antenucci, con gli innesti Folorunsho e Vicari già ben integrati e fin qui sicuramente azzeccati. 

Il compito di Mignani, adesso, è quello di elevare il resto del gruppo. Mallamo, Terranova, D'Errico e Botta hanno mostrato le loro doti (ammirate l'anno scorso) solo a sprazzi. Benedetti e Bellomo erano arrivati in sordina e ora si stanno ritagliando il loro spazio da alternative. Dorval è una piacevole scoperta, spesso però nascosta in panchina. I casi più spinosi sono relativi a Zuzek e Scheidler, che rappresentano gli investimenti più corposi della sessione estiva biancorossa. Il periodo d'adattamento, parole di Mignani, è terminato. Ora bisognerà metterli nelle condizioni di decollare e prendersi la titolarità. Discorso simile vale per Salcedo, fin qui incostante. Cangiano e Ceter si giocano tutto in questo finale d'anno, mentre per Galano, Mazzotta, Bosisio e Gigliotti il futuro (a gennaio) sembra già scritto.

Sezione: Copertina / Data: Lun 07 novembre 2022 alle 16:00
Autore: Claudio Mele
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