Ci sono vittorie che valgono più di altre. Quella ottenuta dal Bari sul difficile campo di Acireale appartiene a questa categoria. Un successo importante più che per l'aumentato distacco rispetto alla Nocerina seconda (+5) e alla terze Locri e Gela (+6) per il modo in cui è stato ottenuto. Soffrendo, lottando su un terreno di gioco ai limiti dell'impraticabilità, patendo anche una doppia (e immeritata) inferiorità numerica e facendo ricorso all'aiuto (decisivo) delle seconde linee. Una vittoria frutto non solo quindi di una superiorità tecnica che nessuno può mettere in discussione ma di un'applicazione, di una fame, una ferocia che i biancorossi non avevano ancora mostrato nel corso di questo avvio di stagione. Oggi si è visto per la prima volta all'opera un Bari operaio. Un Bari costretto ad usare il randello, visto l'agonismo esasperato emerso dai sin dai primi minuti, piuttosto che la giocata di fino. 

Bravi tutti! Da Cornacchini che comincia a raccogliere i frutti del suo lavoro e che sembra aver trovato un impianto di gioco in grado di esaltare le caratteristiche dei singoli (a cominciare dall'inossidabile Brienza) ai calciatori che, al di là di qualche ingenuità commessa, hanno tenuto botta riuscendo a regalare un'altra gioia ai quei tanti Baresi che non vedono l'ora di rivedere la squadra in categorie più consone alla sua storia. Le vittorie più sofferte, quelle in cui c'è da combattere centimetro per centimetro, sono quelle che più avvicinano i tifosi alla squadra. Un aspetto fondamentale per una città che, solo pochi mesi fa, ha dovuto subire un'onta difficile da cancellare. 

Sezione: Copertina / Data: Dom 04 novembre 2018 alle 18:00
Autore: Francesco Serrone
vedi letture
Print